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Entrare nel mondo del lavoro: consigli pratici

Posted by Redazione on 14/05/19 10.44

Entrare nel mondo del lavoro: consigli pratici

entrare nel mondo del lavoro: consigli pratici
Da: Redazione Pubblicato il: 14/05/2019
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Hai finalmente ottenuto il lavoro dei tuoi sogni e non vuoi deludere le aspettative dei recruiter e dei colleghi? Niente paura! Scopri come affrontare con serenità e sicurezza l'ingresso nel mondo del lavoro:

 

Glossario consulente assicurativo 

TROVARE LAVORO: QUALI SONO LE PIÙ GRANDI ASSICURAZIONI IN ITALIA?

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Oggi vogliamo parlare di noi, del mondo delle Assicurazioni. Per farlo, abbiamo deciso di elencare quali sono le realtà più grandi e più importanti operanti sul suolo nazionale, così da consegnare un disegno esatto del paesaggio assicurativo in Italia

Quindi: quali sono le più grandi assicurazioni in Italia in cui trovare lavoro?

Gruppo Generali: di cui fa parte Alleanza Assicurazioniun modello unico nel panorama assicurativo italiano, che opera attraverso una Rete diretta con oltre 15 mila consulenti assicurativi. È una rete giovane - il 40% ha meno di 40 anni - e per circa la metà (47%) composta da donne. La Compagnia ha raccolto 4,6 miliardi di premi nel 2016 e ha 35 miliardi di euro di asset in gestione. Inoltre, è leader nella raccolta di risparmio (con una quota di mercato del 10%) e nella previdenza integrativa (con una quota di mercato del 17%). 

AXA: 165mila dipendenti e 107 milioni di clienti in sessantaquattro paesi ha portato il Gruppo AXA tra i leader nel settore assicurativo. AXA Assicurazioni opera capillarmente sul territorio nazionale tramite una rete composta da circa 650 agenzie.

Intesa Sanpaolo Assicura S.p.A.: è la Compagnia di assicurazioni del Gruppo Intesa Sanpaolo. Nata nel 1996, offre un’ampia gamma di prodotti assicurativi per persone, veicoli, case, infortuni e i finanziamenti.

Unipol Gruppo S.p.A.: è il secondo gruppo assicurativo nel mercato italiano e il primo nel ramo danni, tra i primi dieci in Europa, le cui azioni ordinarie sono quotate alla Borsa Italiana dal 1990.

Credi di sapere davvero cosa significa lavorare nel settore assicurativoScarica il nostro Glossario sul perfetto consulente per approfondire il tema!

 

ARIA DI CRISI? NON IN QUESTI SETTORI. ECCO DOVE TROVARE LAVORO!

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Le immagini dei dipendenti di Lehman Brothers che, nel 2008, escono dalla sede newyorkese con l’americanissima scatola dei loro averi in mano sono diventate il simbolo della crisi che, di lì a poco, avrebbe scosso il mondo intero. 

Sono passati anni e la situazione sta migliorando, ma per i giovani entrare nel mondo del lavoro è ancora complicato e, molte volte, le opportunità sembrano poche.

Oggi, però, vogliamo andare oltre l’aria di crisi, e parlare di quei settori che, resistendo, sono perfetti per iniziare a lavorare!

  • Il magico mondo della comunicazione: Social Media Manager, Digital Analyst, Consulenti digitali… e chi più ne ha più ne metta. Se vi sentite affini a questo mondo, buttatevi e iniziate a capire il ruolo che meglio vi si addice!
  • Ingegneri Informatici e specialisti tecnici: il progresso chiama altro progresso. In un mondo sempre più tecnologico, il settore informatico è diventato preziosissimo.
  • Le assicurazioni: investire sulla propria vita e sul proprio futuro non passerà mai di moda, e non c’è crisi che tenga. Per questo il settore assicurativo rimane una dei più solidi e remunerativi, e che guarda ai giovani con la volontà di inserirli in un percorso di crescita unico nel suo genere.
  • Professioni artigiane: la crisi ha imposto un nuovo stile di vita. Se le famiglie vanno meno al ristorante, non per questo rinunciano al cibo tradizionale o etnico take away. Per questo, attività riguardanti il settore food d’asporto e a domicilio hanno avuto un enorme boom negli ultimi anni, e creato posti di lavoro scaccia-crisi!

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Tra i lavori citati, abbiamo parlato del mondo delle assicurazioni. Se volete saperne di più, scaricate il glossario che abbiamo creato sul perfetto consulente assicurativo per scoprire se fa al caso vostro.

 

Glossario consulente assicurativo

 

 DONNE E LAVORO: IN ALLEANZA SI RESPIRA ARIA DI PARITÀ

donna_lavoro Ogni 8 Marzo è un’occasione per festeggiare le donne, ma non solo: questa ricorrenza ci fa anche pensare, ogni anno, a qual è l’attuale situazione delle donne nel mondo, in particolare modo nella sfera lavorativa. 

In Alleanza il 47% della Rete di vendita è costituito da donne, un dato decisamente fuori dagli standard, che ci pone ai primi posti delle aziende in Italia per la presenza di quote rosa.

Per questa occasione speciale abbiamo scelto di intervistare Rosa Gerarda Cataldo, una delle donne della nostra rete per chiederle di raccontarci la sua esperienza.

 

Rosa, quale è stato il suo percorso in Alleanza?

Sono entrata in azienda 12 anni fa a Roma. Avevo 26 anni, avevo da poco terminato gli studi universitari e dopo un paio di esperienze lavorative ho fatto un colloquio in Alleanza Assicurazioni. Da quel momento la mia crescita professionale è stata, anche se impegnativa, inarrestabile.

 

Secondo lei perché Alleanza ha un tasso così alto di donne? Quali sono gli asset che rendono così attrattivo un posto di lavoro per le figure femminili?

Il lavoro in Alleanza si adatta alle caratteristiche tipiche di una donna: una forte propensione alla pianificazione, il saper affiancare le persone e accompagnare verso il traguardo i propri collaboratori, dando la giusta attenzione ai clienti. L’essere disponibili, intuitive, multitasking e con una propensione per la cura dei dettagli.

 

Secondo lei qual è il valore aggiunto che una donna può portare all'interno di un'azienda? 

La curiosità, la flessibilità e la rapidità di azione sono fondamentali. La leadership femminile, caratterizzata dalla capacità di ascolto, dall'abilità di sintesi tra diversi punti di vista e dalla rapidità di esecuzione è quindi particolarmente preziosa.

 

Quali skills deve avere una donna oggi, per avere successo nel lavoro? 

Oggi una donna deve mettere in campo più le abilità legate al carattere che non al titolo di studio: bisogna sfoderare più intelligenza emotiva rispetto al sapere tecnico.

 

Quali strumenti possono aiutarla a raggiungere il proprio obiettivo lavorativo? 

Io credo nei corsi di formazione per far emergere la leadership femminile e nei momenti di confronto con altre donne manager, nonché nel costruire insieme un ambiente in cui le figure femminili non debbano dimostrare di più per ottenere la stessa posizione o considerazione di un uomo.

 

Ha un consiglio o una riflessione per tutte le donne che ci leggono? 

Mi rivolgo alle donne che vogliono emergere, ambiziose, determinate, che vogliono mettersi in gioco: noi abbiamo la fortuna di avere delle doti innate e abbiamo il dovere di sfruttarle al massimo per raggiungere posizioni di successo o di potere. 

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TALENTO SUL LAVORO: 3 CONSIGLI PER SVILUPPARLO AL MEGLIO

talento_lavoroIndividuare il proprio talento non è facile. Bisogna sperimentare molto e avere anche un po’ di fortuna. Una volta individuato, però, è necessario capire il percorso migliore per farlo maturare.

Il mondo del lavoro è un mare magnum di possibilità, per questo bisogna stare all’occhio, non perdere nessun treno e capire quale sia il modo migliore per puntare tutto sulle capacità che ci contraddistinguono. 

Per questo, oggi vogliamo parlarvi dei migliori percorsi per investire nel proprio talento sul lavoro.

  • Un percorso strutturato: prima di prendere una decisione, guardate cosa vi offre la posizione per la quale siete stati presi in considerazione. 
  • Un percorso al passo coi tempi: il mondo, ormai, è digitale. Per questo, una posizione lavorativa che non prenda in considerazione il progresso tecnologico e la necessità di rendere wireless e paperless la maggior parte delle operazioni potrebbe nuocere al vostro talento, qualunque esso sia.
  • Un percorso chiaro: le faccende fumose non piacciono a nessuno. Un percorso lavorativo atto a investire sul proprio talento deve essere chiaro e prevedere varie possibilità a seconda delle inclinazioni del candidato di turno.

Sembra un’utopia, vero? E invece no. 

Il settore assicurativo prevede questi tre step nei suoi percorsi lavorativi, e lo fa con la volontà di far crescere nuove risorse all’interno dell’azienda.

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Vuoi saperne di più? Scarica il Glossario del consulente assicurativo, potresti scoprire che il tuo talento ha bisogno di un’Assicurazione per crescere davvero!

 

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IL VALORE DEL COACHING AZIENDALE

coaching_aziendaleQuando si entra in una nuova realtà è necessario avere una figura alla quale ispirarsi, una guida come Virgilio che possa illustrare come muoversi inizialmente per poi lasciare la possibilità di spiccare il volo (senza, però, sparire del tutto: non si smette mai di imparare!). All’interno di un’impresa, il concetto di coaching risulta, quindi, un elemento imprescindibile per la creazione di valore.

Ma cosa significa, esattamente, coaching aziendale? A livello attivo, il coach è colui che aiuta la risorsa a sviluppare veri e propri cambiamenti, prendendo consapevolezza dei punti di forza, del talento, e anche di quelli che possono essere gli errori da evitare. È un programma su misura in base al profilo della persona presa in considerazione: siamo tutti diversi, e non recepiamo le stesse cose in un unico modo. 

E i benefici? Innanzitutto, il maggiore coinvolgimento della risorsa all’interno dell’azienda. Il coaching aziendale rende tutto più chiaro e permette di focalizzarsi con maggiore attenzione sugli obiettivi. Migliora la motivazione, perché il senso di responsabilizzazione, molto spesso, va di pari passo con la proattività, ovvero la capacità di non ricevere e basta, ma proporre e costruire il proprio spazio all’interno dell’impresa.

Insomma, il valore del coaching aziendale è altissimo. Questo vale anche nel settore assicurativo e, in particolare, per la figura del consulente

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Per investigare questo tema al meglio, scarica il Glossario che elenca tutte le caratteristiche del perfetto consulente assicurativo! Scoprirai come, all’interno di un’Assicurazione, i percorsi di crescita passino proprio attraverso il coaching.

 

I 5 FALSI MITI DELLA MERITOCRAZIA SUL LAVORO!

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Meritocrazia. Una parola difficile, sempre più usata. Ma che cosa vuol dire davvero nel lavoro? Questa espressione fu usata per la prima volta nel saggio The Rise of the Meritocracy di Micheal Young, sociologo inglese, del 1958. L’autore si riferiva a un sistema che si basa sugli sforzi e sull’intelligenza di tutti gli individui che lo compongono. Applicata al mondo del lavoro, indica un ambiente in cui assunzioni, stipendi e carriera dipendono dalle capacità reali delle persone. Le loro skills sono, quindi, il loro merito. Nepotismi, ambiguità e facilitazioni vengono banditi dal concetto di meritocrazia.

Ma non è tutto oro quel che luccica. Sarebbe sbagliato pensare che un ambiente meritocratico sia quello in cui ognuno fa quello che vuole secondo le sue inclinazioni. Meritocrazia non fa rima con anarchia (fonetica a parte). Ecco perché vogliamo sfatare i 5 falsi miti della meritocrazia sul lavoro per permettervi di capirla al meglio. Iniziamo:

  • Sei bravo, nessuno può dirti nienteEcco, no. Un ambiente meritocratico è da definizione regolato dal merito di ciascuno.
  • Un ambiente meritocratico lascia piena libertà di espressioneOk, ma con dei limiti. Genio e sregolatezza è solo un’espressione.
  • In un ambiente meritocratico sono tutti amici. Falsissimo. L’amicizia è una cosa, il lavoro è un altro.
  • Se il tuo capo non ti considera, non è meritocratico. Prima di additare, è sempre bene guardarsi allo specchio e dire: sto facendo quello che devo fare?
  • Un ambiente meritocratico è un paradiso. Vero. Ma è anche difficile da mantenere: ci vuole impegno costante da parte di tutti e la sincerità di ammettere errori e successi, sia nostri che degli altri.

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Se vuoi saperne di più sul mondo del lavoro, scarica il glossario qui sotto!

 

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OBIETTIVIS.M.A.R.T.: ECCO L'ACRONIMO CHE VALORIZZA IL TALENTO SUL LAVORO

smartSmart non vuol dire solo intelligente, ma è un utile acronimo per stabilire i propri obiettivi e mettere in luce il vostro talento, soprattutto sul lavoro.

Il metodo S.M.A.R.T. è stato creato da Peter Drucker nel 1954 come parte integrante di un modello per la gestione aziendale (ecco un buon libro per conoscerlo meglio: “The Essential Drucker: The Best of Sixty Years of Peter Drucker's Essential Writings on Management”). 

Si parla di un vero e proprio sistema per la gestione degli obiettivi che, stabilendo cinque criteri fondamentali, controlla e misura la validità della meta che ci siamo prefissati. Alle cinque lettere corrispondono cinque termini anglosassoni che compongono, guarda un po’, l’acronimo S.M.A.R.T.: scopriamo insieme quali sono, traducendoli in italiano.

  • S di Specific (Specifico). Un obiettivo, per essere realizzabile, deve essere realizzabile. No, non è un gioco di parole: indica la necessità di avere un goal definito, tangibile, chiaro.
  • M di Measurable (Misurabile). Un obiettivo deve poter essere espresso da un numero, ovvero essere quantificabile.
  • A di Achievable (Raggiungibile). Sognare è bello, ma non deve dare alla testa. Un obiettivo deve essere realistico e misurato in base alle capacità, al proprio talento e alle risorse a disposizione.
  • R di Realistic (Realistico). Bisogna stabilire obiettivi che valgano davvero la pena di essere perseguiti.
  • T di Time-Based (Temporizzabile). Gli obiettivi hanno bisogno di una scadenza, di organizzazione, di check continui affinché non si perdano tra gli altri impegni. Bisogna essere precisi e strutturare tutte le attività affinché nulla rimanga indietro.

Se volete raggiungere obiettivi intelligenti, non dovete fare altro che seguire il modello S.M.A.R.T., l’acronimo che migliora la produttività e mette in luce il vostro talento sul lavoro. 

Noi, in Assicurazione, lo seguiamo, insieme a molti altri spunti per migliorare il proprio modo di lavorare. 

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NON FARTI SOPRAFFARE DALLO STRESS SUL LAVORO: ECCO COME!

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Lavoro e stress, molte volte, vanno di pari passo. Spesso la mole di cose da fare è talmente grande che perdiamo di vista altre priorità, con il risultato di rimanere inghiottiti dallo stress. Non va bene: si lavora per vivere, ma non si può vivere per lavorare e basta. È importante calibrare vita privata e attività professionale, senza farsi fagocitare dalle mansioni da svolgere e dall’ansia di bucare le scadenze.

Ecco qualche trucco per non farti sopraffare dallo stress sul lavoro:

  • Organizzazione: la chiave di tutto. Un buon metodo organizzativo permette di gestire deadline, consegne, il regalo alla fidanzata, all’amico, eccetera.
  • Evitare la negatività: essere negativi non porta da nessuna parte. Hai sbagliato? Cerca di rimediare.
  • Non sopravvalutarsi: avere fiducia in se stessi è un conto, sentirsi migliore di tutti decisamente un altro. L’ego eccessivo, all’interno di un gruppo di lavoro, porta all’isolamento.
  • Non essere chiusi al cambiamento: avere paura dei cambiamenti può portare a viversi male qualsiasi cosa. Non guardare storto il nuovo stagista, non pensare che ogni minima variazione sia fatta per nuocerti. 
  • Non fermarsi sempre oltre l’orario: ok lo zelo, ma rimanere appositamente fino alle nove di sera in ufficio non è per niente positivo. Da un lato, per la vostra vita privata; dall’altro, per l’immagine che date di voi in azienda.
  • Ascoltarsi: non perdere di vista i segnali del tuo corpo. Quando lo stress diventa insopportabile lo si avverte anche fisicamente.

Ogni settore ha il suo carico di impegno e affaticamento, ed è giusto stare attenti per evitare inutili crisi di nervi. Per esempio, in finanza gli orari sono tiranni, ed è importante imparare a gestire il tempo per non perdersi tra i numeri; un medico sa che dovrà calibrare vita privata e lavoro per fare quello che è meglio per i suoi pazienti; nel mondo assicurativo, un consulente è imprenditore di sé stesso e ha la possibilità di gestirsi così da tenere lo stress lontano. 

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5 TIPS PER ESSERE UN BUON LEADER!

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Essere leader sul lavoro può essere un compito molto arduo. 

Che tu sia il capo, un manager o debba gestire un gruppo di lavoro, è necessario saper sviluppare le proprie skills in funzione di una leadership sana e fruttuosa. Ecco perché abbiamo deciso di darti i 5 tip del buon leader, perfetti per accrescere le tue possibilità di diventarlo (o di restarlo).


Ecco qui le caratteristiche di un leader:

  • Esempio: un buon leader dà sempre l’esempio. Se vuoi che i tuoi colleghi non lancino la penna alle sei in punto, non essere il primo a farlo. 
  • Imparzialità: i favoritismi sono il contrario di una buona leadership. Un leader usa una metrica oggettiva di valutazione dei colleghi e del gruppo di lavoro.
  • Empatia: ascoltare, comunicare ed empatizzare. Capire i bisogni e le richieste del tuo team e, alle volte, saperle anticipare, ti proietta nell’Olimpo del leader con la L maiuscola.
  • Organizzazione: un leader ha la visione d’insieme. Sa come muoversi e come gestire il lavoro di tutti, evitando di delegare sempre o di sobbarcarsi di tutto per mancanza di fiducia.
  • Divertimento: non è sempre una questione di lavoro. Anzi, a volte inserire un elemento ludico rende lavorare meno stressante e il gruppo più unito.

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