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Un nuovo modo di parlare ai giovani e al mondo del lavoro

Il mondo del lavoro oggi: nuove prospettive e cambiamenti

Posted by Redazione on 14/10/20 10.30

Il mondo del lavoro oggi: nuove prospettive e cambiamenti

Il mondo del lavoro
Da: Redazione Pubblicato il: 14/10/2020
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Dopo il primo Job Talk di Alleanza tenutosi a maggio, nelle prime settimane di quella che era stata denominata “ripartenza”, ci eravamo lasciati dicendo che sapersi reinventare ed essere pronti ad accogliere il cambiamento sarebbero stati imperativi necessari per chi si affacciava al mondo del lavoro in un contesto così inconsueto.

Ora, a distanza di quasi cinque mesi, in un periodo per certi versi ancora incerto, che cosa è cambiato? Giovedì 8 ottobre ne abbiamo parlato nel Job Talk – From now on. Prospettive di lavoro, sostenibilità e gender gap, un nuovo evento da remoto con grandi protagonisti del panorama lavorativo italiano.

Ospiti dell’iniziativa sono stati infatti Davide Passero, CEO di Alleanza Assicurazioni; Marcello Albergoni, Country Manager di LinkedIn Italia; Barbara Cominelli, COO, Marketing and Operations Director presso Microsoft Italia. Moderatrice dell’incontro è stata la giornalista di NewsMediaset, Lucia Scajola.

 

Nel talk si è discusso della fase di grandi trasformazioni economiche e sociali ulteriormente accelerate dall’emergenza sanitaria: mutamenti che stiamo vivendo e che ci hanno costretto a ripensare alle nostre vite e alla nostra professionalità.

Job talk alleanza 8 ottobre

Prospettive e cambiamenti nel mondo del lavoro

Si sa: il mondo si stava già dirigendo verso un potenziamento delle competenze digitali, una trasformazione che ha ricevuto una spinta aggiuntiva dall’emergenza Coronavirus. A tal proposito Marcello Albergoni ha spiegato, citando un recente studio effettuato da LinkedIn sui 700 milioni di profili presenti nella piattaforma, che le professioni più richieste oggi si sono totalmente rinnovate, tanto che 7 su 10 sono collegate allo sviluppo software o alla gestione dei dati in ambito business.

Precisamente, al primo posto si trova il Data Protection Officer, ovvero l’addetto alla protezione dei dati degli utenti online, mentre al secondo e al terzo posto si trovano occupazioni che hanno a che fare con il tracciamento delle preferenze degli users: il CRM Consultant e il Big Data Developer. Procedendo nella classifica non stupisce vedere in settima posizione il Warehouse Opertive, ovvero il Responsabile di magazzino, figura sempre più ricercata, che non ha a che fare direttamente con il mondo digital, ma che testimonia il boom dell’e-commerce, soprattutto durante il lockdown.

Ma a fronte di questa richiesta sempre più incalzante di professionisti del digitale, come si colloca l’Italia? Il nostro Paese è carente in competenze digitali e la nostra competitività è scarsa rispetto a quella degli altri Paesi europei, come dimostra anche l’European skill index del 2020. Seppur la premessa non appaia incoraggiante, l’Italia ha reagito egregiamente negli ultimi mesi di emergenza, rendendo possibile un salto in avanti straordinario: lo sviluppo previsto in due anni è avvenuto in poche settimane, facendoci tornare in carreggiata.

Le aziende che erano pronte hanno messo in atto subito ciò per cui si erano preparate: collaboratori in smart working e rivisitazione dei processi per continuare da remoto e in sicurezza. Come ha precisato la dott.ssa Cominelli, oggi la tecnologia è ampiamente disponibile e la presenza del cloud permette di democratizzare tante attività, prima appannaggio di poche imprese. Per questo, la mancanza di competenze digitali deve e si può colmare, soprattutto se si pensa al paradosso presente attualmente in Italia: il 30% di disoccupazione giovanile si scontra con le 150 mila posizioni vacanti in cui servirebbero professionisti del digitale. Microsoft Italia, proprio in collaborazione con LinkedIn, ha tentato di superare questa impasse lanciando dei progetti di formazione nelle scuole e nelle università, e di reskilling per chi già lavora.

Un esempio virtuoso viene anche da Alleanza: come abbiamo raccontato nell’articolo “#Primavera Alleanza: il consulente assicurativo lavora da remoto”, l’azienda, messa inizialmente a dura prova dall’emergenza, ha poi reagito remotizzando tutta la sua Rete di consulenti e convertendo le attività in ottica smart. Tale processo è stato reso possibile dal percorso di digitalizzazione iniziato da Alleanza già anni fa: un cammino lungo e complesso ma che ha dato i frutti sperati. Davide Passero stesso ha raccontato quanto sia stato difficile cambiare la mentalità e i comportamenti delle persone sul posto di lavoro e di come sia stata necessaria una settimana di sospensione delle attività, al fine di uniformare i processi e renderli compliant, cioè “conformi”, in ambito GDPR e di sicurezza. Secondo il CEO di Alleanza il tema del digitale non è un’opzione, ma un elemento imprescindibile nel nostro mondo, e non solo nel lavoro.

il mondo del lavoro

Non solo competenze: come si seleziona una persona oggi

La tendenza delle grandi company ora è quella di trovare dei giovani che abbiano davvero voglia di imparare, e il cui bagaglio di conoscenze, hard e soft, sia già una buona base su cui costruire una forte professionalità. Lo hanno riferito sia Davide Passero sia Barbara Cominelli, entrambi d’accordo sul professare una cultura dell’apprendimento continuo, che avviene soprattutto nei primi mesi di inserimento e che continua per tutto il tempo speso in azienda.

Un altro elemento centrale è l’avere una certa mentalità. Per il CEO di Alleanza essa si riassume nell’avere 4 caratteristiche, cioè ambizione, preparazione, reputazione e velocità: tratti distintivi necessari a un giovane candidato per diventare consulente assicurativo.

Una visione condivisa anche dalla dott.ssa Cominelli che spiega come la sua tech company ora ricerchi in un candidato il “growth mindset”, ovvero “l’orientamento alla crescita”. Questo significa essere capaci di innovare rischiando, imparare dagli errori fatti e avere una continua voglia di apprendere. Un’altra skill assai apprezzata è la capacità di collaborare, tanto che un individuo spesso viene valutato positivamente se è stato in grado di “costruire a partire da qualcosa iniziato da altri”.

Gender gap: le differenze tra uomini e donne nel mondo del lavoro

Un altro tema emerso nel talk è stato il divario tra uomini e donne in ambito lavorativo, una problematica sfortunatamente ancora attuale.

Il dott. Albergoni è stato il primo a riportare dei dati a supporto di quanto la presenza femminile sia da favorire nelle aziende, soprattutto nelle posizioni più elevate: delle ricerche hanno riferito che le imprese con donne nel board aziendale performano il 40% in più in Borsa rispetto alle imprese che non ne hanno. La stessa LinkedIn sta promuovendo una maggiore presenza femminile al suo interno, una presenza che attualmente si attesta al 42%. Tutto comincia dalle assunzioni: i pool di candidati, infatti, dovrebbero essere costituiti metà da uomini e metà da donne, così da garantire più equamente un loro inserimento.

Un’altra statistica appare invece incredibile: nonostante la sempre crescente richiesta di professionisti con competenze digitali, il gap nelle professioni digitali è la distanza più ampia che si ha, lavorativamente parlando, tra uomini e donne, poiché i ruoli inerenti a digitale e tecnologia sono visti ancora come prettamente maschili. Un ribilanciamento a livello globale di queste professioni porterebbe un pareggio anche dal punto di vista remunerativo, visto che gli uomini che si occupano di software hanno stipendi alti. Se si motivassero le ragazze a fare studi più tecnici, come i cosiddetti percorsi STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) si sposterebbe l’ago della bilancia a loro favore.

Nel discorso è stato poi richiamato un altro tema fondamentale: il role modelling. Le ragazze nel mondo del lavoro hanno bisogno di avere degli esempi di donne che ce l’hanno fatta, anche in settori stereotipicamente poco femminili. Per le donne, costrette a superare qualche ostacolo in più rispetto ai colleghi uomini a livello professionale, diventa essenziale avere un senior che indica quale tipo di planning di carriera progettare.

Va ricordato che in aziende come Microsoft, Alleanza e LinkedIn, la diversità è un valore aggiunto che viene premiato ed è sinonimo di innovazione: tali imprese si rivolgono a tutta la popolazione e, pertanto, devono essere differenziate anche al loro interno.

Un aspetto, quello del gender gap, su cui Alleanza lavora da anni, con risultati eccellenti. Infatti, il CEO Passero ricorda come la metà dei consulenti assicurativi della Rete siano donne.

 

Il video reportage del Job Talk

 

Sono molti gli spunti emersi dal Job Talk, un momento davvero prezioso di incontro e confronto. Ora ciò che le aziende cercano in un candidato sono senza dubbio ottime competenze, soprattutto in ambito digitale, una buona predisposizione all’apprendimento e tanta voglia di crescere, anche grazie al supporto dell’organizzazione stessa.

In Alleanza siamo convinti che soprattutto oggi i giovani debbano avere la loro possibilità di dimostrare quanto valgono e quanto lontano possano arrivare. Le difficoltà possono essere superate: lo abbiamo dimostrato anche noi e vogliamo continuare a farlo.

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