Hai finalmente ottenuto il lavoro dei tuoi sogni e non vuoi deludere le aspettative dei recruiter e dei colleghi? Niente paura! Scopri come affrontare con serenità e sicurezza l'ingresso nel mondo del lavoro:
Oggi vogliamo parlare di noi, del mondo delle Assicurazioni. Per farlo, abbiamo deciso di elencare quali sono le realtà più grandi e più importanti operanti sul suolo nazionale, così da consegnare un disegno esatto del paesaggio assicurativo in Italia.
Quindi: quali sono le più grandi assicurazioni in Italia in cui trovare lavoro?
Gruppo Generali: di cui fa parte Alleanza Assicurazioni, un modello unico nel panorama assicurativo italiano, che opera attraverso una Rete diretta con oltre 15 mila consulenti assicurativi. È una rete giovane - il 40% ha meno di 40 anni - e per circa la metà (47%) composta da donne. La Compagnia ha raccolto 4,6 miliardi di premi nel 2016 e ha 35 miliardi di euro di asset in gestione. Inoltre, è leader nella raccolta di risparmio (con una quota di mercato del 10%) e nella previdenza integrativa (con una quota di mercato del 17%).
AXA: 165mila dipendenti e 107 milioni di clienti in sessantaquattro paesi ha portato il Gruppo AXA tra i leader nel settore assicurativo. AXA Assicurazioni opera capillarmente sul territorio nazionale tramite una rete composta da circa 650 agenzie.
Intesa Sanpaolo Assicura S.p.A.: è la Compagnia di assicurazioni del Gruppo Intesa Sanpaolo. Nata nel 1996, offre un’ampia gamma di prodotti assicurativi per persone, veicoli, case, infortuni e i finanziamenti.
Unipol Gruppo S.p.A.: è il secondo gruppo assicurativo nel mercato italiano e il primo nel ramo danni, tra i primi dieci in Europa, le cui azioni ordinarie sono quotate alla Borsa Italiana dal 1990.
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Le immagini dei dipendenti di Lehman Brothers che, nel 2008, escono dalla sede newyorkese con l’americanissima scatola dei loro averi in mano sono diventate il simbolo della crisi che, di lì a poco, avrebbe scosso il mondo intero.
Sono passati anni e la situazione sta migliorando, ma per i giovani entrare nel mondo del lavoro è ancora complicato e, molte volte, le opportunità sembrano poche.
Oggi, però, vogliamo andare oltre l’aria di crisi, e parlare di quei settori che, resistendo, sono perfetti per iniziare a lavorare!
Tra i lavori citati, abbiamo parlato del mondo delle assicurazioni. Se volete saperne di più, scaricate il glossario che abbiamo creato sul perfetto consulente assicurativo per scoprire se fa al caso vostro.
In Alleanza il 47% della Rete di vendita è costituito da donne, un dato decisamente fuori dagli standard, che ci pone ai primi posti delle aziende in Italia per la presenza di quote rosa.
Per questa occasione speciale abbiamo scelto di intervistare Rosa Gerarda Cataldo, una delle donne della nostra rete per chiederle di raccontarci la sua esperienza.
Rosa, quale è stato il suo percorso in Alleanza?
Sono entrata in azienda 12 anni fa a Roma. Avevo 26 anni, avevo da poco terminato gli studi universitari e dopo un paio di esperienze lavorative ho fatto un colloquio in Alleanza Assicurazioni. Da quel momento la mia crescita professionale è stata, anche se impegnativa, inarrestabile.
Secondo lei perché Alleanza ha un tasso così alto di donne? Quali sono gli asset che rendono così attrattivo un posto di lavoro per le figure femminili?
Il lavoro in Alleanza si adatta alle caratteristiche tipiche di una donna: una forte propensione alla pianificazione, il saper affiancare le persone e accompagnare verso il traguardo i propri collaboratori, dando la giusta attenzione ai clienti. L’essere disponibili, intuitive, multitasking e con una propensione per la cura dei dettagli.
Secondo lei qual è il valore aggiunto che una donna può portare all'interno di un'azienda?
La curiosità, la flessibilità e la rapidità di azione sono fondamentali. La leadership femminile, caratterizzata dalla capacità di ascolto, dall'abilità di sintesi tra diversi punti di vista e dalla rapidità di esecuzione è quindi particolarmente preziosa.
Quali skills deve avere una donna oggi, per avere successo nel lavoro?
Oggi una donna deve mettere in campo più le abilità legate al carattere che non al titolo di studio: bisogna sfoderare più intelligenza emotiva rispetto al sapere tecnico.
Quali strumenti possono aiutarla a raggiungere il proprio obiettivo lavorativo?
Io credo nei corsi di formazione per far emergere la leadership femminile e nei momenti di confronto con altre donne manager, nonché nel costruire insieme un ambiente in cui le figure femminili non debbano dimostrare di più per ottenere la stessa posizione o considerazione di un uomo.
Ha un consiglio o una riflessione per tutte le donne che ci leggono?
Mi rivolgo alle donne che vogliono emergere, ambiziose, determinate, che vogliono mettersi in gioco: noi abbiamo la fortuna di avere delle doti innate e abbiamo il dovere di sfruttarle al massimo per raggiungere posizioni di successo o di potere.
Il mondo del lavoro è un mare magnum di possibilità, per questo bisogna stare all’occhio, non perdere nessun treno e capire quale sia il modo migliore per puntare tutto sulle capacità che ci contraddistinguono.
Per questo, oggi vogliamo parlarvi dei migliori percorsi per investire nel proprio talento sul lavoro.
Sembra un’utopia, vero? E invece no.
Il settore assicurativo prevede questi tre step nei suoi percorsi lavorativi, e lo fa con la volontà di far crescere nuove risorse all’interno dell’azienda.
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Ma cosa significa, esattamente, coaching aziendale? A livello attivo, il coach è colui che aiuta la risorsa a sviluppare veri e propri cambiamenti, prendendo consapevolezza dei punti di forza, del talento, e anche di quelli che possono essere gli errori da evitare. È un programma su misura in base al profilo della persona presa in considerazione: siamo tutti diversi, e non recepiamo le stesse cose in un unico modo.
E i benefici? Innanzitutto, il maggiore coinvolgimento della risorsa all’interno dell’azienda. Il coaching aziendale rende tutto più chiaro e permette di focalizzarsi con maggiore attenzione sugli obiettivi. Migliora la motivazione, perché il senso di responsabilizzazione, molto spesso, va di pari passo con la proattività, ovvero la capacità di non ricevere e basta, ma proporre e costruire il proprio spazio all’interno dell’impresa.
Insomma, il valore del coaching aziendale è altissimo. Questo vale anche nel settore assicurativo e, in particolare, per la figura del consulente.
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Meritocrazia. Una parola difficile, sempre più usata. Ma che cosa vuol dire davvero nel lavoro? Questa espressione fu usata per la prima volta nel saggio The Rise of the Meritocracy di Micheal Young, sociologo inglese, del 1958. L’autore si riferiva a un sistema che si basa sugli sforzi e sull’intelligenza di tutti gli individui che lo compongono. Applicata al mondo del lavoro, indica un ambiente in cui assunzioni, stipendi e carriera dipendono dalle capacità reali delle persone. Le loro skills sono, quindi, il loro merito. Nepotismi, ambiguità e facilitazioni vengono banditi dal concetto di meritocrazia.
Ma non è tutto oro quel che luccica. Sarebbe sbagliato pensare che un ambiente meritocratico sia quello in cui ognuno fa quello che vuole secondo le sue inclinazioni. Meritocrazia non fa rima con anarchia (fonetica a parte). Ecco perché vogliamo sfatare i 5 falsi miti della meritocrazia sul lavoro per permettervi di capirla al meglio. Iniziamo:
Se vuoi saperne di più sul mondo del lavoro, scarica il glossario qui sotto!
Il metodo S.M.A.R.T. è stato creato da Peter Drucker nel 1954 come parte integrante di un modello per la gestione aziendale (ecco un buon libro per conoscerlo meglio: “The Essential Drucker: The Best of Sixty Years of Peter Drucker's Essential Writings on Management”).
Si parla di un vero e proprio sistema per la gestione degli obiettivi che, stabilendo cinque criteri fondamentali, controlla e misura la validità della meta che ci siamo prefissati. Alle cinque lettere corrispondono cinque termini anglosassoni che compongono, guarda un po’, l’acronimo S.M.A.R.T.: scopriamo insieme quali sono, traducendoli in italiano.
Se volete raggiungere obiettivi intelligenti, non dovete fare altro che seguire il modello S.M.A.R.T., l’acronimo che migliora la produttività e mette in luce il vostro talento sul lavoro.
Noi, in Assicurazione, lo seguiamo, insieme a molti altri spunti per migliorare il proprio modo di lavorare.
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Lavoro e stress, molte volte, vanno di pari passo. Spesso la mole di cose da fare è talmente grande che perdiamo di vista altre priorità, con il risultato di rimanere inghiottiti dallo stress. Non va bene: si lavora per vivere, ma non si può vivere per lavorare e basta. È importante calibrare vita privata e attività professionale, senza farsi fagocitare dalle mansioni da svolgere e dall’ansia di bucare le scadenze.
Ecco qualche trucco per non farti sopraffare dallo stress sul lavoro:
Ogni settore ha il suo carico di impegno e affaticamento, ed è giusto stare attenti per evitare inutili crisi di nervi. Per esempio, in finanza gli orari sono tiranni, ed è importante imparare a gestire il tempo per non perdersi tra i numeri; un medico sa che dovrà calibrare vita privata e lavoro per fare quello che è meglio per i suoi pazienti; nel mondo assicurativo, un consulente è imprenditore di sé stesso e ha la possibilità di gestirsi così da tenere lo stress lontano.
Essere leader sul lavoro può essere un compito molto arduo.
Che tu sia il capo, un manager o debba gestire un gruppo di lavoro, è necessario saper sviluppare le proprie skills in funzione di una leadership sana e fruttuosa. Ecco perché abbiamo deciso di darti i 5 tip del buon leader, perfetti per accrescere le tue possibilità di diventarlo (o di restarlo).
Ecco qui le caratteristiche di un leader:
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