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Colloquio di lavoro: tutto quello che c'è da sapere

Posted by Redazione on 22/07/20 10.30

Colloquio di lavoro: tutto quello che c'è da sapere

colloquio di lavoro
Da: Redazione Pubblicato il: 22/07/2020
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Aggiornato a luglio 2022.

 

Un colloquio di lavoro non è nient'altro che uno scambio reciproco di informazioni tra un datore di lavoro e te, come candidato per una posizione. Pertanto, è un processo a doppio senso. Non esiste un modo universale per affrontare il colloquio: dovrai sviluppare il tuo stile in base al tuo Personal Branding e alla posizione per la quale ti stai candidando.

Di fatto, trovare lavoro oggi è sempre più difficile: alle aziende arrivano curricula continuamente. Non è facile uscire dall’anonimato e colpire un datore di lavoro in modo che selezioni proprio te, tra i tanti candidati. Per convincerli è necessario partire da alcune semplici regole, già dalla composizione del curriculum e dalla lettera di presentazione.

Per ottenere un colloquio di lavoro è quindi innanzitutto fondamentale che curriculum sia personalizzato: è importante riuscire a mostrare la propria personalità in modo autentico, mettendo in risalto qualità e passioni. Si consiglia poi di accompagnare il curriculum con una cover letter, che oltre a una presentazione di te stesso evidenzi le motivazioni che ti spingono a candidarti per un determinato posto di lavoro.

Ma non dimenticare di curare anche la tua presenza online! Crea un tuo network professionale aggiungendo conoscenti e persone che lavorano nei settori di tuo interesse: i recruiter e i dipendenti aziendali pubblicano spesso sui loro profili ricerche di personale e annunci di posizioni aperte a cui potresti candidarti. Il LinkedIn Personal Branding è infatti utilissimo per riuscire ad ottenere un colloquio.

"Se le opportunità non bussano, costruisci una porta." Milton Berle

Trovare lavoro con LinkedIn è un'ottima via da percorrere: ma anche in questo caso ti servirà prima superare i colloqui. Come fare?

Per aiutarti a prepararti abbiamo scritto questa guida: leggendola troverai tutto ciò che ti serve sapere per affrontare il colloquio di lavoro nel migliore dei modi.

Indice: 

1. Domande tipiche più frequenti ai colloqui di lavoro

1.1 Colloquio di lavoro: quali sono le domande più frequenti?

2. Come affrontare un colloquio di lavoro?

2.1 Come prepararsi al meglio per il colloquio di lavoro?

2.2 Come presentarsi a un colloquio di lavoro? (l’elevator pitch e la stretta di mano)

2.3 Come vestirsi per un colloquio di lavoro?

2.4 Come comportarsi a un colloquio di lavoro?

2.5 Il trucco per fare un buon colloquio di lavoro: la preparazione!

2.6 Colloquio in inglese: come affrontarlo al meglio

2.7 Altri consigli per affrontare al meglio il colloquio di lavoro

3.  Errori da non fare ad un colloquio di lavoro

3.1 Non farti prendere dall’ansia da colloquio!

4. Come si articola un processo di selezione del personale?

4.1 Il test psico-attitudinale prima del colloquio di lavoro

4.2 Il primo colloquio di lavoro (l’interview conoscitiva-motivazionale)

4.3 Il secondo colloquio di lavoro (il colloquio tecnico)

4.4 L’assessment center ed il colloquio di gruppo

4.5 Il colloquio finale di lavoro

4.6 Quanto può durare un processo di selezione?

4.7 Richiesta di feedback dopo il colloquio: è giusto chiedere l'esito?

4.8 Le nuove frontiere del recruiting: dal video colloquio di lavoro su Skype ai chatbot

5. Colloquio di lavoro in Alleanza Assicurazioni

 

Scarica l'approfondimento gratuito cliccando il bottone qui in basso!

colloquio di lavoro

Domande tipiche più frequenti ai colloqui di lavoro


Chi di noi non desidererebbe avere la sfera di cristallo per sapere quali sono le domande che gli verranno poste il giorno del fatidico colloquio? Per aiutarti abbiamo stilato una lista delle domande più frequenti che potrebbero sottoporti.

In cima alla lista c'è la domanda "dove ti vedi da qui a cinque anni?". Molti candidati non sanno cosa rispondere: cinque anni è un lasso di tempo non molto lungo, ma importante per la propria carriera lavorativa. Questa è una domanda per sondare la tua ambizione. 

Altre domande frequenti ai colloqui aiutano il selezionatore a comprendere chi sei e qual è la tua personalità: vediamole insieme.

  • "Parlami un po' di te." Non è proprio una domanda, ma richiede comunque una risposta attentamente studiata. Parti dalla tua Personal Branding Strategy per capire che professionista sei e come ti vuoi declinare ai selezionatori, prepara poi un discorso chiaro e conciso, in cui elencare le tue precedenti attività lavorative e l’istruzione ricevuta.
  • "Punti di forza e punti di debolezza." Durante i colloqui è probabile che il selezionatore provi a metterti in difficoltà: studia tre aggettivi che ti rappresentino e che siano punti su cui vorresti migliorare. Non sminuirti e mostra sempre di cercare una soluzione agli aspetti in cui sei più carente, in questo modo ti mostrerai proattivo nel migliorarti continuamente.
  • "Perché sei interessato a questa posizione?" Questa è una domanda a cui dover rispondere in modo studiato: analizza il loro sito, le loro pagine social e cita tutti gli aspetti della realtà organizzativa che ti attraggono. In più, mostra interesse anche nei confronti della specifica posizione, riferendoti a passioni tue personali che ben si coniugano con quelle professionali e alle esperienze pregresse. gettonata.
  • "Hai qualche domanda da fare?" Non rispondere di no: preparati in anticipo alcune domande, anche relative all'ambiente di lavoro. Questo permette al selezionatore di notare il tuo vero interesse nei confronti della realtà nella quale lavorano.

Approfondiamo ora come affrontare al meglio un colloquio di lavoro.

 

Come affrontare un colloquio di lavoro?

 

outfit colloquio di lavoro


Quando un candidato si presenta per un colloquio, il recruiter cercherà di acquisire più informazioni possibili su di lui. E non guarderà solo alla sostanza e ai contenuti, ma anche alla forma. Per questo è importante arrivare puntuali, non in ritardo, ma nemmeno eccessivamente in anticipo (dieci minuti prima, al massimo).

Il look è fondamentale: il candidato dovrà presentarsi senza cappelli o collane troppo evidenti e vestirsi in modo adeguato a seconda del tipo di azienda in questione. Occorre apparire disinvolti, spigliati e sicuri di sé, ma non arroganti, anzi: l’umiltà e la disponibilità a imparare, mettendosi a disposizione, sono sicuramente dei valori aggiunti per un neo assunto.

Abbiamo scritto un approfondimento con alcuni consigli di stile: scaricalo gratuitamente per presentarti al meglio al colloquio!

Il colloquio di lavoro: consigli di stile

Un altro aspetto molto importante è quello di essere informati sulle attività aziendali. Non è escluso che il recruiter faccia delle domande su quelli che sono i valori o la storia dell’azienda e naturalmente si aspetta che il candidato le conosca in modo approfondito: è questo il modo migliore per dimostrare di essere motivati e interessati a lavorare proprio per quell’azienda e non per un’altra. Si consiglia anche di trovare il modo di interagire con il recruiter, facendo domande opportune sul lavoro da svolgere. 

Qui di seguito approfondiamo tutti gli aspetti per affrontare al meglio il colloquio di lavoro. 

"Chiunque smetta di imparare è vecchio, che abbia 20 o 80 anni." Henry Ford

Come prepararsi al meglio per il colloquio di lavoro?

Come uno studente in vista di un esame, anche per un candidato è centrale presentarsi preparato a un colloquio di lavoro. Il primo passo per arrivare pronti è rispondere alla mail di convocazione, cercando di essere formali e arrivando dritti al punto.

A quel punto si consiglia al candidato di raccogliere quante più informazioni possibili sull’azienda, visitando il sito, le pagine social e cercare notizie utili sui motori di ricerca. È molto probabile che durante il colloquio il selezionatore rivolgerà delle domande specifiche sui valori aziendali e arrivare preparati diventa cruciale. Allo stesso modo, se si conosce il nome di chi condurrà il colloquio, è possibile cercare di capire chi è dando un’occhiata al suo profilo LinkedIn

Approfondisci l'argomento all'articolo "Come presentarsi al colloquio di lavoro: 7 consigli utili più uno".

 

Come presentarsi a un colloquio di lavoro: l’elevator pitch e la stretta di mano

stretta di mano


"Chi ben comincia è a metà dell’opera", recita un detto. Trovare il modo di rompere il ghiaccio in una conversazione utilizzando le “parole giuste” rappresenta un indiscutibile valore aggiunto, spezza la tensione emotiva e consente di mettere gli interlocutori subito a proprio agio, a maggior ragione quando si tratta di un colloquio di lavoro.

Uno dei modi più efficaci è il cosiddetto “elevator pitch”, il "discorso in ascensore", che rappresenta la capacità di saper dire i tratti salienti su se stessi in un lasso di tempo molto limitato, proprio come la corsa di un ascensore.

Si tratta di un momento di introduzione, una presentazione breve ma efficace di te stesso, ma anche di un’idea o di un prodotto. Non è facile trasformare un elevator pitch in una mossa da usare a proprio vantaggio. Molto dipende dal momento, anche perché spesso le frasi e le parole più idonee sono frutto dell’istinto e non sono programmate. È possibile lavorare un po’ su se stessi e fare degli esercizi, ad esempio provare una situazione di elevator pitch con famigliari e amici. Fondamentale è essere brevi, sintetici, riuscire a catturare l’attenzione e l’interesse dell’interlocutore in un modo particolare.

Una pratica comune è poi quella di cominciare un colloquio con una stretta di mano. Un segno di rispetto e anche questo un modo per condividere il momento, cercando di mettere a proprio agio se stesso e chi si ha di fronte. Non è solo con le parole, ma anche con i gesti, che si può colpire l’attenzione: esercitati nella stretta di mano con i tuoi amici o familiari affinché non sia troppo molle (potrebbe essere inteso come segno di un carattere remissivo) né troppo forte (potrebbe essere scambiata per arroganza o scarsa sensibilità). 

 

Come vestirsi per un colloquio di lavoro: l’outfit perfetto

Come abbiamo già detto, i contenuti sono la base per fare una buona impressione durante il colloquio. Ma anche il look vuole la sua parte! Non esiste un vestito perfetto per un colloquio di lavoro.

Dipende molto dall’azienda: ci si può vestire in maniera elegante o più casual. L’importante è trovare uno stile che si intoni il più possibile con gli ideali della stessa. Ci sono comunque alcune regole auree che è bene rispettare.

Innanzitutto, fare attenzione all'igiene: se questa manca può rovinare anche l’abito migliore del mondo, quindi occorre dedicare tempo, nelle ore che precedono il colloquio, alla cura del proprio corpo. Si consiglia di usare profumi leggeri e gradevoli, non eccessivi, di presentarsi con capelli puliti e ordinati e di controllare bene viso, mani e unghie.

Per un approfondimento dettagliato sul look, leggi l'articolo "L'outfit perfetto per affrontare il colloquio di lavoro". 

 

Il colloquio di lavoro: consigli di stile

 

Come comportarsi a un colloquio di lavoro: il linguaggio non verbale

Oltre all’aspetto esteriore e alla preparazione di un discorso, un altro punto da non sottovalutare durante un colloquio è saper controllare il linguaggio del corpo. La comunicazione non verbale è importante quanto quella verbale.

È normale che un colloquio di lavoro possa generare un po’ di ansia, il segreto è riuscire a dissimularla, aggirando l’ostacolo. Per farlo ci sono alcuni accorgimenti da seguire: innanzitutto è opportuno sedersi in modo composto, tenere i piedi ben saldi a terra e la schiena dritta. Si possono muovere le braccia e non tenerle necessariamente rigide sui braccioli, ma l’importante è non incrociarle.

Come già ricordato in precedenza, non appena si arriva al colloquio è bene dare una bella stretta di mano e ripetere la stessa operazione alla fine.

Altro punto focale è lo sguardo: guardare negli occhi il nostro interlocutore è segno di attenzione e sicurezza in se stessi. Anche se ogni tanto è consigliato dare un’occhiata alla stanza: dà l’idea di prendere confidenza con l’ambiente e di saperlo controllare.

Quando si risponde alle domande occorre non farsi prendere dall’agitazione, aspettare anche qualche secondo prima di imbastire una risposta adeguata e non dilungarsi troppo. Brevi e incisivi, insomma. È possibile sempre fare delle prove a casa con parenti e amici, in modo da arrivare al colloquio preparati anche sotto questo punto di vista.

 

 

Il trucco per fare un buon colloquio di lavoro: la preparazione!

Il fulcro del colloquio, al di là della cura di sé e della gestione delle proprie emozioni, è rappresentato da ciò che si dice. Arrivare preparati non è solo importante, è la base fondamentale per fare buona impressione. Per preparati però non si intende solo avere una lettera di presentazione incisiva e un curriculum di un certo livello, ma anche conoscere a fondo l’azienda nella quale si sta cercando di entrare.

Prima del colloquio, il candidato dovrà cercare la storia e i valori dell’azienda, consultare il sito web, fare ricerche, informarsi sulla struttura interna, sugli obiettivi e la filosofia, sulle ultime notizie. Più informazioni si troveranno meglio sarà.

È molto probabile che il recruiter farà domande specifiche ed è fondamentale fornire risposte adeguate, in modo da far capire che l’obiettivo del candidato è quello di poter lavorare per quella determinata azienda e non per altre. Il candidato potrà sempre condire le risposte parlando di sé e delle proprie aspirazioni, mettendo in risalto le qualità e i motivi che lo hanno spinto a spedire il curriculum. Consapevolezza, motivazione ed entusiasmo sono le basi per un colloquio di successo.

"Non basta sapere, si deve anche applicare; non è abbastanza volere, si deve anche fare." Goethe

Colloquio in inglese: come affrontarlo al meglio

Per alcune posizioni di lavoro è richiesto conoscere l'inglese o comunque una seconda lingua. Non mentire sulle tue abilità linguistiche: durante il colloquio potrebbe venirti richiesto di esprimerti in inglese, di instaurare un dialogo con il recruiter o con una persona dedicata, sia su argomenti relativi alla posizione di lavoro, sia su un argomento a scelta.

Questo momento ha ovviamente lo scopo di capire qual è il tuo reale livello di conoscenza della lingua, perciò ti consigliamo di preparare un discorso su te stesso, per illustrare le tue competenze in inglese, e di prepararti anche sulle mansioni della posizione di lavoro per la quale ti stai candidando. 

Altri consigli per affrontare al meglio il colloquio di lavoro

Essere se stessi è sempre il consiglio migliore per affrontare un colloquio di lavoro. La spontaneità, la naturalezza rimangono le carte migliori da giocare perché sono quelle che meglio rappresentano chi siamo veramente. Abbiamo visto come arrivare preparati, mostrare entusiasmo e far capire che la nostra scelta è ricaduta proprio su quell’azienda, siano virtù assolutamente da apprezzare.

Dall’altro lato però, è bene non mostrarsi supplichevoli e che in qualche modo abbiamo bisogno di quel lavoro. Occorre un po’ farsi desiderare, lasciare un alone di mistero, non giocarsi immediatamente tutte le carte.

Inoltre, in un colloquio il candidato è chiaramente invitato a rispondere a delle domande. Ma può farne a sua volta. Anzi: più si riesce a interagire con il recruiter e non subire passivamente un’intervista meglio è perché denota spirito di iniziativa e flessibilità mentale. Ovviamente, essendo un’epoca digitale, oltre al curriculum cartaceo e alla lettera di presentazione è opportuno curare adeguatamente anche i propri profili social. Approfondisci l'argomento all'articolo "4 consigli per affrontare al meglio un colloquio di lavoro" e all'articolo "5 tips per un CV e un colloquio di lavoro vincente". 

"Il più prezioso di tutti i talenti è quello di non usare mai due parole quando ne puoi usare una sola." Sir Thomas Jefferson

Cinque errori da non fare ad un colloquio

In parte ne abbiamo già parlato, ma vogliamo ancora evidenziare bene quali sono cinque errori da non commettere assolutamente in un colloquio di lavoro.

  1. Evitare di arrivare in ritardo. È bene programmare il tragitto che ci separa dal luogo scelto per il colloquio evitando ostacoli e imprevisti. Il ritardatario viene percepito come un menefreghista. Anche arrivare eccessivamente in anticipo può rappresentare però un limite, in questo caso sinonimo di ansia e debolezza. L’ideale è presentarsi non più di dieci minuti prima. 
  2. Dimenticare il telefono acceso o con la vibrazione. Si consiglia di spegnerlo o metterlo in modalità silenziosa. Ricevere un messaggio o una telefonata durante un colloquio è sintomo di scarsa attenzione.
  3. Chiedere subito informazioni sullo stipendio, perché testimonia un approccio venale da parte del candidato: può sembrare più interessato a ottenere un buon guadagno piuttosto che il lavoro in sé.
  4. Non prestare attenzione al linguaggio non verbale. Gesticolare eccessivamente o non sostenere lo sguardo. Ma anche vestirsi in modo inadeguato o, peggio ancora, presentarsi poco puliti o curati.
  5. Dire bugie. Essere sinceri, anche a costo di far trapelare un difetto o una mancanza, è sempre la scelta migliore.

 

Non farti prendere dall’ansia da colloquio!

Uno dei “nemici” quando ci si presenta per ottenere un lavoro è proprio l’ansia. È sicuramente un’emozione normale e per quanto ci si possa sforzare di controllare, non possiamo evitare di cancellarla perché fa parte di noi. Anzi. L’ansia in una certa misura è positiva, è un indicatore del fatto che teniamo a quel posto di lavoro e consente di non sottovalutare la situazione, prepararci in modo adeguato e tenere viva l’attenzione durante il colloquio. L’importante è focalizzarsi sul presente, senza lanciarsi in voli pindarci e pensieri distanti dalla realtà.

Altro aspetto basilare è evitare di sottostimarsi e di ritenersi non all’altezza della situazione. In fondo, se sei stato selezionato per quel determinato colloquio di lavoro, significa che hai incuriosito i recuiter. E che dal tuo curriculum sono emerse delle qualità che l’azienda intende approfondire per capire se si trova davvero davanti alla persona giusta. Se ottieni un colloquio vuol dire che hai già compiuto un primo passo sulla strada che porta all’assunzione.

Come si articola un processo di selezione del personale?

 

Generalmente, le aziende che ricercano dei collaboratori affrontano tre momenti principali:

  • la ricerca del personale
  • la valutazione dei curricula ricevuti e dei candidati
  • l'inserimento in impresa

Prima di procedere con la scelta del candidato, un’azienda fa il punto su quali saranno le mansioni da svolgere del nuovo assunto, la sua responsabilità e la sua retribuzione. In base alle caratteristiche del lavoro, procederà con la scelta. Il reclutamento può avvenire o all’interno dell’azienda, tramite passaparola dei dipendenti o curricula spediti spontaneamente, oppure all’esterno e in questo caso ci si basa su annunci, agenzie, università, inserzioni su giornali o periodici.

come presentarsi al colloquio di lavoro

 

Vengono quindi raccolte le varie candidature, si selezionano le più idonee e quindi si passa a contattare le persone prescelte. Si entra quindi nella fase di valutazione dei candidati, che può essere fatta di test, assessment center e colloqui individuali. È il momento decisivo perché al termine di questo processo viene scelto il candidato per ricoprire la mansione lavorativa.

 

Per lui comincia però una terza fase, quella dell’inserimento in azienda, che è un altro passaggio delicato e in cui sono previsti percorsi di affiancamento, integrazione, conoscenza con gli altri dipendenti, condivisione dei progetti. L’orientamento e la formazione non sono infatti limitati solo al periodo precedente l’inserimento nel mondo del lavoro, ma anche dopo.

 

colloquio di lavoro

 

Quali sono le attività più comuni che potresti ritrovarti ad affrontare ad un colloquio di lavoro? 

1. Il test psico-attitudinale prima del colloquio di lavoro

I test psico-attitudinali sono test che vogliono verificare le qualità psicologiche del candidato, la sua predisposizione a ricoprire un determinato ruolo o compito al di là delle competenze tecniche che il lavoro richiede. Vengono proposti quesiti a risposta multipla o a risposta chiusa e naturalmente occorre rispondere alle domande entro un preciso lasso di tempo. Solitamente sono proposti nei concorsi pubblici, ma sempre più spesso si trovano anche nelle imprese private.

2. Il primo colloquio di lavoro (l’interview conoscitiva-motivazionale)

Dopo aver inviato il curriculum, la persona responsabile delle assunzioni invita il candidato per un incontro conoscitivo. L’incontro è una vera e propria intervista con domande che possono spaziare dalla sfera lavorativa a quella personale. Il candidato, oltre che parlare di sé e delle proprie passioni, dovrà spiegare il motivo per il quale vuole lavorare per quella azienda, gli verranno chiesti inoltre programmi per il futuro e di evidenziare i suoi pregi e i suoi difetti. Molto spesso al recuiter basta un solo colloquio conoscitivo per capire se il candidato che ha di fronte è la persona adatta per occupare il posto di lavoro proposto.

 

Altre volte, invece, si rende necessario un secondo colloquio. Il colloquio conoscitivo-motivazionale è il fulcro intorno al quale gravita la possibilità di assunzione. Dunque è fondamentale che il candidato faccia un’ottima impressione, si vesta in modo adeguato, sia spigliato e sicuro di sé, arrivi molto preparato su quella che è l’azienda dove sta facendo il colloquio, si focalizzi al cento per cento sul momento e sulle domande che gli vengono poste e provi eventualmente anche a sorprendere il datore di lavoro con idee particolari.

3. Il secondo colloquio di lavoro (il colloquio tecnico)

Se è vero che la prima impressione non si scorda mai, è altrettanto vero che spesso la seconda è quella decisiva. Ecco perché il secondo colloquio diventa almeno altrettanto importante del primo. Una volta il secondo colloquio era quasi un pro forma, la conferma di un ingaggio imminente. Ma oggi, anche a causa delle tante candidature, non è più così. Solitamente il secondo colloquio viene fatto da un recruiter diverso dal primo, una figura più tecnica, che farà domande più specifiche su quello che è il lavoro per cui il candidato si è proposto. Visto che si tratta di un incontro più tecnico è fondamentale essere estremamente preparati sulle mansioni che si andranno a svolgere, oltre che sull'azienda stessa (i valori, il suo passato, le sfide che l’attenderanno in futuro e così via).

4. L’assessment center e il colloquio di gruppo

colloquio di lavoro di gruppo


Utilizzato per individuare le capacità necessarie per svolgere un’attività professionale, l’assessment center è un colloquio di gruppo che analizza il grado di affinità e collaborazione con gli altri, la capacità di saper ottenere dei risultati lavorando in team. La verifica di queste capacità avviene tramite delle esercitazioni che simulano la realtà. Le prove non sono solo di gruppo, possono essere anche individuali o di coppia. Il candidato viene portato a recitare un ruolo in una determinata situazione in cui gli viene chiesto non solo di risolvere problemi, ma anche di prendere decisioni collettive, organizzare attività generiche, mostrare competenze manageriali e di leadership. Il consiglio è sempre lo stesso: non farsi prendere dal panico, rimanere concentrati sul momento, credere in se stessi ed essere se stessi.

5. Il colloquio finale di lavoro (l’ultimo step prima della proposta)

L’errore che di solito il candidato compie, quando viene contattato per il colloquio finale, è quello di ridurre la soglia di attenzione, di dare per scontato che oramai sia fatta, che la strada per l’assunzione sia in discesa. Al contrario occorre restare “sul pezzo” fino al momento della tanto agognata firma. Il colloquio finale è l’ultimo ma decisivo passo, il rettilineo conclusivo che permetterà di tagliare il traguardo. E per farcela non bisogna assolutamente abbassare la guardia. Bisogna continuare a rimanere concentrati e professionali pur senza apparire arroganti.

Questo colloquio, infatti, di solito si tiene con il manager responsabile o il CEO, ed è quello in cui si negozia sulla retribuzione in base all'esperienza del candidato e alla sua seniority. Per prepararsi al meglio è necessario che il candidato si ricordi quello di cui ha parlato nei colloqui precedenti, i dettagli importanti delle conversazioni che potrebbero ritornare motivo di dialogo.

 

Quanto può durare un processo di selezione?

Non esiste una risposta univoca per questa domanda. Dipende dal contesto, dall’azienda, dal datore di lavoro, dal tipo di mansione che viene richiesta, dall'urgenza della ricerca e dalle dinamiche interne dell'impresa. Come già detto in precedenza, ci sono aziende in cui è sufficiente un solo colloquio di lavoro. Altre in cui invece sono necessari più incontri e più passaggi. Chiaramente, più candidati vengono selezionati, più il processo rischia di diventare lungo ed elaborato.

Il percorso di assunzione di solito prevede un sistema di tracciamento dei candidati a cui fa seguito una seconda scrematura compiuta da un responsabile. Una parte dei candidati viene quindi invitata al colloquio. A volte viene fatto a distanza con un video-colloquio o anche al telefono.

Di norma in questi casi c’è poi un secondo incontro di persona. A variare sono anche i tempi di risposta dell’azienda: si può passare da due giorni a settimane. Sarebbe buona norma far sapere sempre al candidato se ha superato la fase di selezione, ma è bene che tu sappia che purtroppo a volte il feedback non viene restituito.

Richiesta di feedback dopo il colloquio: è giusto chiedere l'esito?

Una volta effettuato il colloquio, al momenti di salutarsi e sentire la fatidica frase "le faremo sapere", molti candidati vorrebbero chiedere ai recruiter le loro impressioni sull'andamento dell'incontro. Ci si potrebbe trovare in un situazione spinosa.

In linea di massima non c'è una regola definitiva: è sicuramente indicato non chiedere, alla fine del colloquio, "com'è andata?". Appare poco discreto e poi molto spesso i recruiter hanno bisogno di mettere a fuoco la situazione prendendosi qualche giorno di riflessione.

Cosa fare allora se il feedback ad un colloquio di lavoro tarda ad arrivare? Quali sono i tempi di attesa?

Un modo utile per ricordale al recruiter la tua motivazione a lavorare presso l'azienda e il tuo essere in attesa di riscontro è la lettera di ringraziamento dopo il colloquio.

Spesso, purtroppo, le aziende proseguono nel processo di selezione senza inviare il feedback ai candidati. Questa situazione è spiacevole ed è un punto a sfavore dell'azienda per cui ti stai candidando, perché il feedback dovrebbe essere un diritto di tutti i candidati, simbolo di professionalità.

Se la risposta non arriva, lascia trascorrere una settimana (a meno che non ti sia stato indicato diversamente) e poi manda una mail al recruiter chiedendo se ci sono novità in merito al processo di selezione. 

Se anche in questo caso non ricevi risposta, consolati: quell'azienda è meglio perderla che trovarla poiché non si dimostra per niente professionale! 

"Le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono, a volte." Oscar Wilde

Le nuove frontiere del recruiting: dal video colloquio di lavoro su Skype ai chatbot

Il mondo cambia. Le innovazioni tecnologiche hanno trasformato la nostra quotidianità in tanti aspetti. Anche nei colloqui di lavoro. Tante aziende non percorrono più la via classica dei colloqui di persona, ma prediligono forme differenti, utilizzando i video colloqui, la gamification e i chatbot. Il colloquio in video, da remoto, è un tradizionale colloquio solo effettuato tramite software di videochiamata. Solitamente la piattaforma più usata in questi casi è Skype, con il candidato chiamato a rispondere a domande e curiosità come se fosse in azienda di persona.

Ecco alcuni consigli utili per affrontare il video colloquio: vestiti in modo professionale, connettiti da una postazione adeguata (un salotto o una sala studio, non il bagno o la camera da letto), evita - se riesci - il passaggio di altre persone che possono essere inquadrate dalla webcam e cerca di rimanere il più possibile fermo, per non dare spiacevoli effetti di movimento in video.

La gamification è l’utilizzo di elementi di gioco in contesti di "non gioco", come l'azienda, che possono servire in un colloquio di lavoro per capire le competenze di un candidato.

Esiste poi l’ultima frontiera del recruiting bot (chat + robot), ossia programmi di intelligenza artificiale: ai candidati vengono sottoposte diverse domande che cambiano a seconda delle risposte e possono indagare gli aspetti più disparati, dalle competenze tecniche alle soft skill, fino alle passioni personali. Se vuoi saperne di più sul recruiting bot, puoi leggere anche "Colloquio di lavoro con recruiting bot? Sei consigli per affrontarlo". 

 

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Colloquio di lavoro in Alleanza Assicurazioni

 

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Alleanza Assicurazioni ha lanciato il progetto "Generazione Alleanza", un programma per avviare giovani talenti in cerca di lavoro al mestiere del consulente assicurativo. Non è necessario avere una laurea: ciò che importa è essere diplomati ed essere persone serie e volenterose, disposte a lavorare in team.

Tutti gli step per diventare consulente assicurativo Alleanza

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