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Un nuovo modo di parlare ai giovani e al mondo del lavoro

Ambiente di lavoro e digitalizzazione

Posted by Redazione on 09/12/22 8.58

Ambiente di lavoro e digitalizzazione

ambiente di lavoro
Da: Redazione Pubblicato il: 09/12/2022
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I giovani della Generazione Z sono i ragazzi che stanno concludendo il percorso di studi e si stanno preparando ad iniziare la propria carriera professionale. Molti, quindi, hanno, vissuto il periodo di transizione tra vita accademica e lavorativa nel pieno della crisi pandemica e ciò ha causato loro un forte senso di incertezza e agitazione.

Si differenziano dalle altre generazioni già presenti in azienda in quanto sono i primi ad essere nati e cresciuti in un contesto già digitale, che da sempre li abilita alla condivisione con i propri colleghi e con la tecnologia. 

Per queste ragioni, ricercano oggi un ambiente di lavoro che sappia offrire i giusti strumenti tecnologici aiutandoli a sviluppare nuove competenze essenziali per il lavoro di oggi. Ma non solo: l’ambiente di lavoro per loro ideale deve porre attenzione al loro benessere psicofisico, trasmettendo sicurezza e stabilità. 

Sei un giovane della Generazione Z all’inizio della propria carriera? In questo articolo approfondiremo: 

1. Ambiente di lavoro cos'è e cosa significa
2. L'ingresso nell'ambiente di lavoro
   2.1 Consigli utili per il primo giorno di lavoro
   2.2 Cos’è l'onboarding aziendale
3. Ambiente di lavoro e benessere lavorativo
   3.1 Stress sul lavoro, i dati della Generazione Z
   3.2 Consigli utili per combattere lo stress sul lavoro
   3.3 Ansia da lavoro, di cosa si tratta
   3.4 Il wellbeing aziendale, un supporto alla salute psicofisica
4. Ambiente di lavoro e work-life balance

   4.1 Work-life balance e Generazione Z
   4.2 Workaholism: quando il lavoro diventa una dipendenza
   4.3 Come gestire la dipendenza da lavoro
   4.4 Il lavoro flessibile, tra vantaggi e opportunità
5. Ambiente di lavoro e tecnologia

  5.1 I principali strumenti di digital team working presenti negli ambienti di lavoro
  5.2 Modern workplace: ambienti di lavoro phygital
  5.3 Come saranno gli uffici del futuro

 

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Report I settori e le professioni del futuro

Ambiente di lavoro cos'è e cosa significa

Per ambiente di lavoro si intende un concetto più ampio rispetto all’ufficio o al luogo in cui si svolgono le attività professionali. Un ambiente di lavoro comprende infatti tre dimensioni:

  • fisica, ovvero gli spazi tangibili e digitali in cui si svolge l’attività dell’azienda;
  • sociale, ovvero gli elementi che caratterizzano rapporti interpersonali;
  • strutturale, ovvero lo stile gestionale dell’azienda. 

Tre dimensioni che si completano in sinergia.

In questo articolo approfondiremo alcuni aspetti di queste dimensioni, partendo dall’ingresso nell’ambiente di lavoro fino alle sue caratteristiche fisiche e strutturali.

L'ingresso nell'ambiente di lavoro

Come abbiamo detto, i giovani della Generazione Z stanno concludendo il proprio percorso di studi e stanno iniziando a muovere i primi passi nel mondo del lavoro. 

Un cambiamento radicale: un’esperienza del tutto nuova e difficile da immaginare. Cosa aspettarsi quindi durante i primi giorni e mesi in un ambiente di lavoro? Continua a leggere: ne parleremo tra poco!

 Consigli utili per il primo giorno di lavoro

 Dopo anni in cui si è stati studenti, arriverà il primo giorno di lavoro. Ma cosa dovresti considerare e cosa aspettarti da questo momento?

Di seguito ti proponiamo qualche consiglio utile per affrontare al meglio l’entrata nell’ambiente di lavoro:

  • arriva in orario, con qualche minuto di anticipo;
  • rispetta gli orari di pausa dei tuoi colleghi;
  • porta con te un’agenda per prendere appunti;
  • vestiti in modo adeguato alla cultura aziendale condivisa;
  • non farti distrarre dal telefono;
  • cerca di ricordare i nomi dei tuoi colleghi;
  • fai domande e chiedi chiarimenti se dovessi avere dubbi.

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 Primo giorno di lavoro

Entrare in un nuovo ambiente di lavoro potrà farti sentire spaesato, ma con il tempo diventerai parte integrante del tuo team. Giorno dopo giorno, mese dopo mese riuscirai a famigliarizzare con la cultura interna e con le attività quotidiane. In questo percorso, sarai sostenuto dai tuoi colleghi nel processo di inserimento, il cosiddetto onboarding aziendale: lo approfondiremo nel prossimo paragrafo. 

 

Cos’è l'onboarding aziendale

 Superato il primo giorno ti aspetta il vero e proprio inizio del processo di onboarding aziendale. Con questo termine si intende un percorso di inserimento nell’ambiente di lavoro pensato per supportare la nuova risorsa e aiutarla a interiorizzare la cultura e i processi organizzativi.

Comprende tutte le attività svolte dopo i colloqui di selezione fino a primi tre mesi. Durante questo periodo la risorsa svilupperà nuove competenze al fine di diventare sempre più autonoma nella gestione quotidiana del proprio lavoro anche sfruttando il cosiddetto learning by doing o seeing. Attraverso processi di mentoring inoltre sarà possibile potenziare alcune competenze sotto la guida dei colleghi presenti da anni in impresa.

Anche noi di Alleanza Assicurazioni proponiamo in fase di onboarding un percorso chiamato Account Building: si tratta di un progetto di sviluppo professionale di 48 settimane, dedicato a chi vuole diventare consulente assicurativo.

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L’ascolto e il supporto delle risorse non deve essere però prerogativa solo del primo periodo in azienda. Creare un ambiente di lavoro che sappia rispettare il benessere delle persone è fondamentale. Ne parleremo di seguito.

Ambiente di lavoro e benessere lavorativo

Negli ultimi due anni la crisi pandemica ha fatto emergere l’importanza riconosciuta al benessere fisico e psicologico. Un ambiente di lavoro oggi deve quindi riuscire a tutelare la salute psicofisica dei suoi collaboratori.

Ma cos’è cambiato in questi due anni? Quali sono le nuove priorità e i bisogni dei lavoratori? Cosa ne pensano i giovani e quale approccio hanno con il tema della salute mentale e fisica?

 

Stress sul lavoro, i dati della Generazione Z

Come anticipato, i giovani della Generazione Z hanno vissuto il periodo di transizione da percorso accademico a quello professionale nel pieno della crisi pandemica.

Secondo le ricerche dell’Harvard Business Review ciò ha creato in loro un trauma paragonabile a quello vissuto dalle generazioni che sono cresciute durante la Grande Depressione o la Seconda Guerra Mondiale. Infatti, il confinamento sociale ha minimizzato le loro possibilità di socializzazione e ha impedito vivere i tradizionali riti che segnano il passaggio a una nuova fase di vita.

Non solo: secondo i dati del report “Youth & Covid-19 redatto dall’International Labour Organization la crisi pandemica avrà un impatto maggiore sui giovani della Generazione Z rispetto alle altre generazioni più adulte, aumentando il tasso di disoccupazione giovanile e di disuguaglianza economica.

In virtù di ciò, i giovani sembrano esperire un maggiore stress sul lavoro: i risultati della ricerca “Millennials, Gen Z and mental health” di Deloitte evidenziano come il 54% dei giovani durante la crisi pandemica abbia chiesto giorni di riposo per lo stress sul lavoro dichiarando motivazioni diverse al proprio superiore.

Riuscire a prevenire e minimizzare lo stress è quindi di fondamentale importanza: scopri qualche consiglio utile nel prossimo paragrafo.

 

Consigli utili per combattere lo stress sul lavoro

Come abbiamo visto, i livelli di stress sono aumentati, soprattutto tra i giovani. Lavorare, però, è una delle principali attività che si svolgono quotidianamente: impegna molte ore della nostra giornata e si protrae per diversi anni.

Per questo, diminuire i livelli di stress a lavoro aiuta a migliorare la propria salute fisica e mentale. Come combattere lo stress, proprio e altrui, nell’ambiente di lavoro?

  1. Tutela il work-life balance. Il lavoro è solo una parte della vita di un professionista: cerca sempre dedicare del tempo anche ad altre attività, che siano hobby, sport o volontariato. 
  2. Fai delle pause. I momenti di riposo sono fondamentali per recuperare le energie fisiche e mentali. Non solo è importante prendere ferie quando è possibile, ma anche interrompere la giornata lavorativa per qualche minuto qualora sentissi stanchezza.  
  3. Gestisci l’ansia dell’errore. Precisione e puntualità sono essenziali, ma non avere paura di sbagliare: è parte del lavoro e ti permette di imparare dagli sbagli.
  4. Programma gli impegni. La gestione delle proprie attività è fondamentale, ma non essere troppo rigido con le scadenze: assicurati sempre un margine di tempo per gli imprevisti.
  5. Condividi con i tuoi colleghi. La collaborazione è un elemento chiave dell’ambiente di lavoro di oggi. Se dovessi essere in difficoltà, rendi partecipe i tuoi colleghi. Allo stesso tempo, se dovessi notare che i tuoi colleghi stanno vivendo dei momenti difficili, renditi disponibile.

Lo stress non è l’unico nemico del benessere dei professionisti: anche l’ansia spesso crea momenti di tensione andando a inficiare sull’ambiente di lavoro.

ambiente di lavoro

Ansia da lavoro, di cosa si tratta

Gli esperti del Centro Humanitas spiegano la differenza tra stress e ansia: lo stress è una sensazione prolungata che diventa causa dell’ansia, la quale si manifesta solitamente in uno stato a breve termine correlata a specifici eventi.

Ma cos’è di preciso l’ansia da lavoro? L’ansia da lavoro è una sensazione di preoccupazione al pensiero di dover affrontare gli impegni di una nuova giornata lavorativa. Riguarda quindi anche eventi ancora non avvenuti e deriva da stimoli interni.

Come, allora, fare a capire se si sta provando ansia da lavoro? Di fatto, esistono alcuni campanelli d’allarme. Tra i principali, gli esperti citano:

  • sensazione di tensione legata al pensiero delle attività lavorative;
  • difficoltà a relazionarsi con i colleghi;
  • distrazione durante le attività;
  • perfezionismo nei compiti assegnati.

A fronte dell’aumento del malessere percepito dai professionisti, le imprese stanno proponendo diverse iniziative volte a favorire il benessere nell’ambiente di lavoro.

 

Il wellbeing aziendale, un supporto alla salute psicofisica

Il wellbeing aziendale rientra all’interno delle iniziative di Responsabilità Sociale di Impresa (CSR) utili per favorire il benessere psicofisico nell’ambiente di lavoro. Secondo le recenti ricerche di Ipsos per il World Economic Forum, tra i professionisti:

  • il 28% dichiara di avere difficoltà a concentrarsi per via dell’instabilità emotiva,
  • il 20% impiega più tempo per svolgere le proprie attività,
  • il 15% fa fatica a pensare, ragionare o decidere.  

Proprio per questo, per le imprese, incentivare il wellbeing aziendale è essenziale per riuscire a migliorare la qualità del lavoro dei propri collaboratori, stimolando la loro soddisfazione. 

Tra le principali iniziative messe in atto dalle imprese, si possono citare le seguenti:

  • sedute psicologiche e di mindfulness;
  • lavoro smart per obiettivi;
  • assistenza alla genitorialità.

Anche noi di Alleanza Assicurazioni cerchiamo di favorire il benessere all’interno del nostro ambiente di lavoro. Non solo proponiamo modalità di lavoro flessibili, ma abbiamo messo in atto alcune iniziative concrete per favorire l’inclusione aziendale.

Supportiamo inoltre i neogenitori per aiutarli a vivere al meglio la nuova fase della loro vita personale. In questo senso, l’iniziativa “Mamma è un verbo al futuro” ha l’obiettivo di sostenere tutte le donne e di tutte le mamme che desiderano un futuro senza imprevisti, aiutandole a migliorare la propria educazione finanziaria facendo scelte oculate per il futuro della famiglia e raggiungendo la parità di genere.

Ti piacerebbe lavorare in un ambiente di lavoro inclusivo che stimola e promuove il benessere dei dipendenti? Mandaci il tuo curriculum: le nostre candidature sono aperte!

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Ambiente di lavoro e work-life balance

Con il termine work-life balance si intende l’equilibrio tra vita privata e lavorativa. Per mantenere la giusta stabilità tra gli impegni professionali e quelli personali, imprese e professionisti devono cercare di cooperare dedicando il giusto tempo alle singole attività senza richiederne più del dovuto.

L’eventuale conseguenza? L’annullamento del proprio benessere, di cui abbiamo parlato diffusamente nei paragrafi precedenti. Ma non solo: l’aumento della dipendenza del lavoro.

Work-life balance e Generazione Z

La crisi pandemica ha spesso incrinato il work-life balance di molti lavoratori: il ricorso allo smart working e all’home working ha spesso creato difficoltà nella separazione della vita privata e professionale. Ma cos’è cambiato realmente e cosa ne pensano i giovani della Generazione Z?

Secondo la ricerca “People at work 2021: a global workforce view” condotta da ADP Research Institute, il 67% dei professionisti afferma di aver dovuto scegliere tra lavoro e vita personale durante il periodo di crisi.

Oltretutto, specialmente durante la crisi pandemica, si è verificato un contatto frequente e costante con superiori e colleghi anche al di fuori del consueto orario d’ufficio, invadendo la sfera e il tempo dedicato alla vita personale.

Come evidenzia Accenture nel report “Post-digital culture shock” si corre così il rischio di essere “always on, ovvero sempre attivi e connessi, facendo venire meno l’equilibrio tra vita personale e professionale.

Questo aspetto ha causato difficoltà anche alla Generazione Z: sebbene siano abituati a vivere costantemente connessi, secondo le analisi di HBR il work-life balance è ora una delle loro principali priorità.

Cosa succede quando l’equilibrio si sposta verso il lavoro? Si corre il rischio di sviluppare una vera e propria dipendenza dell’attività professionale: continua a leggere per approfondire.

Workaholism: quando il lavoro diventa una dipendenza

Come abbiamo anticipato, negli ultimi due anni sono aumentate le ore dedicate al lavoro e sono diminuite le attività dedicate allo svago e agli interessi personali. Tutto ciò ha causato un incremento anche della dipendenza da lavoro.

Oates Wayne fu il primo a parlarne nel 1971. Unì i due termini inglese “work”, ovvero “lavoro”, e “alcoholism”, ovvero “alcolismo”, formalizzando così il termine “workaholism”.

Con workaholism si indica una forma di assuefazione dal lavoro che si manifesta come una forte pulsione interna, o una tensione esterna che induce a lavorare per molte più ore rispetto a quante effettivamente necessarie o richieste.

Ma cosa ne pensano i giovani?

Già nel 2019 un articolo del Sole 24 Ore fece emergere come il 66% di loro soffrisse di workaholism e il 70% rimanesse attivo nel weekend.

A seguito della crisi pandemica si è notato però un cambiamento: i giovani professionisti hanno preso coscienza dell’importanza del bilanciamento tra le proprie attività. Infatti, secondo i dati del Workmonitor 2022 di Randstad il 49% degli intervistati ha riferito di sentirsi più stressato rispetto a prima della pandemia e per questo ha in programma di apportare modifiche al proprio work-life balance; il 56% ha dichiarato di essere disposto a lasciare il proprio lavoro qualora gli impedisse di godersi la vita.

In Alleanza Assicurazioni abbiamo a cuore il corretto equilibrio dei nostri consulenti: attraverso specifiche politiche di smart working diamo loro la possibilità di gestire i propri impegni in modo flessibile, organizzandosi al meglio.

Vuoi unirti a noi? Mandaci il tuo curriculum, le selezioni sono aperte!

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Continua a leggere per avere qualche consiglio utile per capire come gestire la dipendenza da lavoro.

Dipendenza da lavoro: quali sono i campanelli d’allarme e quali sono le possibili soluzioni

 Secondo gli esperti si possono individuare alcuni aspetti che evidenziano una possibile dipendenza da lavoro. Tra i principali:

  • il lavoro sovrasta i pensieri al di fuori dell’orario di ufficio;
  • l’umore dipende dall’andamento del lavoro;
  • il tempo trascorso lavorando incrementa nel corso dei giorni;
  • i rapporti interpersonali sono messi in crisi.

Come minimizzare la dipendenza da lavoro?

Innanzitutto, è utile darsi dei confini pianificando le proprie giornate in modo tale che le attività non superino il consueto orario di lavoro. Nel farlo, meglio essere aperti al confronto con i tuoi colleghi e far presente il proprio carico di lavoro se si fa troppo impegnativo.

Il mercato del lavoro richiede alcune competenze strettamente connesse al lavoro in team: l’intelligenza emotiva è una di queste, che permette ad ognuno di capire come creare empatia con le emozioni altrui, cogliendo eventuali stati di malessere.

Un altro modo per riuscire a minimizzare il workaholism è lavorare in modo flessibile. Continua a leggere per saperne di più!

 

 Il lavoro flessibile, tra vantaggi e opportunità

Il lavoro flessibile è una modalità di lavoro che consente ai professionisti di gestire autonomamente i propri orari su base giornaliera, settimanale e mensile.

Così facendo si supera la tradizionale giornata lavorativa dalle 8-17, o dalle 9-18, poiché il professionista può, coerentemente con gli impegni, e nei vincoli del contratto in essere, scegliere quando occuparsi della sua attività professionale.

Di fatto, la flessibilità non concerne solo l’orario ma anche il luogo dove svolgere le proprie attività: in ufficio, da casa o da remoto. In questo senso, un lavoratore non avrà più l’obbligo di recarsi in sede per lavorare e potrà scegliere dove farlo.

Quali sono i principali vantaggi?

  • Diminuzione di ansia e stress.
  • Miglioramento del work-life balance.
  • Aumento della produttività.

Una modalità di lavoro sempre più popolare, resa possibile dalla digitalizzazione degli ambienti di lavoro. Nei prossimi paragrafi approfondiremo il tema dell’innovazione tecnologica.

ambiente di lavoro Ambiente di lavoro e tecnologia

Il lavoro da remoto è diventato sempre più praticato e popolare a seguito della crisi pandemica. Cambiando le modalità di svolgere il proprio lavoro, sono cambiati anche gli strumenti a supporto delle stesse. Così dimensione fisica e digitale stanno iniziando a fondersi in modo sempre più sinergico.

Cos’è cambiato? Quali sono i principali strumenti tecnologici che un giovane dovrebbe conoscere?

I principali strumenti di digital team working presenti negli ambienti di lavoro

Partiamo con una definizione: il digital team working è la competenza che permette ai professionisti di lavorare a distanza dai propri colleghi, senza inficiare la produttività aziendale.

A supporto del lavoro da remoto, gli strumenti di digital team work sono una risorsa di estremo valore. Tra i principali vantaggi, si possono citare:

  • la programmazione delle attività da svolgere;
  • l’organizzare del flusso di lavoro;
  • la comunicazione in simultanea tra i membri;
  • la raccolta dei materiali e delle informazioni utili.

Vuoi conoscere quali sono i principali strumenti usati nelle imprese? Leggi l’articolo dedicato: “Digital team working: gli strumenti usati in azienda da conoscere”.

Se invece hai interesse a scoprire quali sono le digital soft skill più richieste dal mercato del lavoro, abbiamo scritto un approfondimento gratuito: scaricalo cliccando il bottone qui sotto.

 

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Modern workplace: ambienti di lavoro phygital

Oltre agli strumenti di digital team working, si stanno diffondendo sempre di più anche spazi di lavoro digitali: i cosiddetti modern workplace.

I modern workplace, detti anche digital workplace, sono degli ambienti di lavoro digitali che permettono di migliorare la digital collaboration tra colleghi da remoto facilitando la comunicazione interna ai tempi dello smart working.

Sono quindi spazi phygitalcomposti da componente fisica (“physical”) e da una digitale (“digital”) che abilitano ogni lavoratore all’accesso delle informazioni di cui ha bisogno per svolgere le proprie attività.

Sono apprezzati e richiesti soprattutto dalla Generazione Z, che desidera un ambiente di lavoro al passo con le innovazioni. Infatti, secondo le ricerche di Dell Technologies:

  • l’80% di loro vorrebbe tecnologie all’avanguardia sul luogo di lavoro;
  • il 90% considera la tecnologia come un fattore di scelta discriminante per la scelta di un lavoro;
  • l’80% crede che la tecnologia possa creare un ambiente di lavoro più equo e inclusivo.

Finora abbiamo parlato di collaborazione online e spazi di lavoro phygital: le videochiamate riassumono entrambi questi aspetti. Siamo ormai abituati a partecipare a molteplici riunioni online durante il nostro quotidiano, ma ti sei mai chiesto se sai davvero condurre una videochiamata? Abbiamo scritto un approfondimento gratuito: scaricalo cliccando il bottone qui sotto, scoprirai alcuni consigli utili e accorgimenti che magari non avevi considerato!

Riunioni online

Nell’ambiente di lavoro di oggi non stanno cambiando solo gli spazi digitali, ma anche quelli fisici.

Come saranno gli uffici del futuro

Come è stato approfondito sopra, la digitalizzazione dell’ambiente di lavoro e lo smart working hanno introdotto un nuovo modo di vivere gli spazi ad esso dedicati.

Oggi il lavoro in ufficio non è più un’esperienza uguale a quella vissuta prima della crisi. In particolare, molti giovani professionisti della Generazione Z non hanno probabilmente mai esperito un’esperienza di lavoro pre-pandemica e alcuni hanno vissuto il primo giorno di lavoro e il processo di onboarding da remoto.

Di fatto, nonostante lo smart working sia sempre più diffuso, non sta venendo meno il lavoro in presenza: sono due modalità lavorative che si completano e arricchiscono a vicenda.

Gli stessi giovani della Generazione Z, sebbene siano abituati a un mondo digitale e interconnesso, riconoscono comunque una forte importanza alla socialità: i dati della ricerca “Talents in motion” di PWC evidenziano come il 69% di essi abbia affermato di voler lavorare in smart working solo da 1 a 3 giorni a settimana

Ciò significa che recarsi in ufficio per svolgere le proprie attività professionali deve essere un valore aggiunto. Così gli uffici del futuro sono “uffici smart working” che coniugano i vantaggi del lavoro da remoto e dei workspace a quelli del lavoro presso gli ambienti aziendali.

Parallelamente, si ha il tema della condivisione e della interiorizzazione della cultura aziendale: la Generazione Z desidera conoscere a pieno un ambiente di lavoro e condividerne i valori sfruttando tutti i vantaggi del mentoring e del learning by doing.

Proprio per questo dimostrano maggiore volontà di lavorare in sede e incontrarsi con i colleghi per migliorare le proprie competenze: il 30% delle figure junior afferma di essere meno produttivo lavorando da remoto da solo. Così, gli uffici del futuro saranno spazi ridisegnati da UX designer, capaci di incentivare la collaborazione e la creatività.

 

Sei un giovane della Generazione Z e non vedi l’ora di entrare nel mondo del lavoro? Noi di Alleanza Assicurazioni osserviamo il mercato e siamo attenti alle novità per offrire un ambiente di lavoro digitalizzato. Se sei interessato mandaci il tuo curriculum, le candidature sono aperte!

 

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