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Donne e mondo del lavoro: tra difficoltà, sfide e nuove opportunità

Posted by Redazione on 25/03/22 12.44

Donne e mondo del lavoro: tra difficoltà, sfide e nuove opportunità

Donne e lavoro: difficoltà sfide e opportunità
Da: Redazione Pubblicato il: 25/03/2022
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Il tema della parità di genere è sempre più sentito. Ma come si declina nel mondo del lavoro e quali sono le principali sfide per le donne nel contesto odierno?

In questo articolo ripercorriamo insieme gli sviluppi storici del mercato del lavoro femminile, fino ad arrivare ad oggi, focalizzandoci sulle criticità inasprite dalla crisi pandemica e sulle nuove opportunità professionali.

Una fotografia del contesto attuale che indaga le radici del fenomeno proponendo alcune soluzioni percorribili, facendo anche leva sulla forza delle storie di donne di successo.

 

1. Parità di genere nel mondo del lavoro: a che punto siamo?

1.1: Donne e lavoro nella storia: la strada verso l’emancipazione

1.2: Parità di genere: esistono ancora disuguaglianza e pregiudizi?

1.3: Disuguaglianza di genere: Gender Equality Index

1.4: L’impatto di COVID-19 sul lavoro

2: Donne e lavoro: dall’istruzione alla carriera

2.1: Istruzione femminile: la situazione in Italia

2.2: Donne e carriera: conciliare lavoro e famiglia

2.3: Mamme e lavoro da casa: part time o smart working?

2.4: Lavoro al femminile: le professioni più richieste in Italia

2.5: Donne e lavoro: le nuove professioni del futuro

2.6: 4 TED Talk ispirazionali a tema donne e lavoro 

3: Donne, smart working e digitale: il futuro del lavoro post pandemia

3.1: Home working e smart working: facciamo chiarezza

3.2: Upskilling e Reskilling: l’importanza di implementare le proprie competenze digitali

3.3: Digital Upskilling e parità di genere

4: Le donne di Alleanza Assicurazioni

4.1: Valorizzazione dell’unicità: conosciamo Elena Silvani

4.2: Diversity e Inclusion in Alleanza: la parola a Sara Gallotti

4.3: Donne e gestione del budget famigliare

4.4: L’importanza dell’educazione finanziaria: parliamo con Claudia Segre

 

Parità di genere nel mondo del lavoro: a che punto siamo?

Nell'articolo “Donne e lavoro: uno sguardo all’Italia” abbiamo approfondito l'attuale contesto lavorativo per le donne italiane.

Secondo l’ultimo report dal titolo “If not now, when?” prodotto da Accenture, in collaborazione con Quilt.AI e Women20 (W20), la crisi pandemica ha allungato gli anni previsti per raggiungere l’equità di genere sui posti di lavoro. Di quanto? 51 anni, slittando le previsioni dal 2120 al 2171. A quanto pare siamo ancora lontani di 150 anni dal raggiungimento della gender equality professionale.

Inoltre, la pandemia da Covid-19 ha messo in luce diversi problemi esistenti nel mondo del lavoro italiano, facendo fare passi indietro alla parità di genere. Infatti, se già prima della diffusione del virus le neomadri erano più in difficoltà dei neopadri a mantenere il posto di lavoro, con l’avvento della crisi la scelta di lasciare la professione per dedicarsi alla famiglia è stata, per le donne, spesso obbligata.

Ma non solo: le disuguaglianze di genere si manifestano anche in altri ambiti, come quello retributivo. Non solo le donne guadagnano in media meno degli uomini, ma svolgono anche più ore di lavoro non retribuito. Scopri di più sugli ostacoli delle donne nel mondo del lavoro.

Ma quali sono state finora le tappe principali per raggiungere la parità di genere? Ripercorriamole insieme.

 

Donne e lavoro nella storia: la strada verso l’emancipazione

I primi passi per accorciare il gender gap risalgono al XIX-XX secolo. Prima di allora, vigeva la concezione patriarcale che destinava alla donna mansioni casalinghe senza la percezione di reddito. Erano quindi gli uomini a svolgere attività produttive, a percepire un guadagno economico e, addirittura, a godere di uno status sociale riconosciuto.

Con l’industrializzazione e l’urbanesimo c’è stata una profonda evoluzione del mercato produttivo: la nascita delle fabbriche ha spostato i contadini nelle città, trasformandoli in operai.

Così, anche le donne hanno trovato un loro posto nel mondo del lavoro: l’industria tessile.

È stata poi la Seconda Guerra Mondiale a mostrare a tutti il ruolo fondamentale delle donne lavoratrici, indispensabili per mantenere inalterata la produttività industriale e per sostenere le famiglie.

Donne e lavoro fabbrica anni 60

La tappa successiva risale agli anni ’60: gli anni del boom economico, della rinascita e dell’emancipazione. Non a caso, in concomitanza con il Movimento Sessantottino, c’è stata la seconda ondata del moto femminista, originario dell’Ottocento, che ha condotto alla Legge n. 903 sulla parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro.

Scopri altri momenti salienti in questo articolo “Donne e lavoro nella storia: come si è evoluto”.

 

Parità di genere: esistono ancora disuguaglianza e pregiudizi?

Arrivando ai giorni nostri, come spieghiamo articolo “Parità di genere nel mondo del lavoro: pregiudizi e uguaglianza”, nel 2015 è stato raggiunto un nuovo traguardo per la parità di genere.

L’Agenda ONU 2030 ha sancito come quinto dei 17 obiettivi per lo Sviluppo SostenibileRaggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze. Un percorso che, però, sembra aver avuto una forte battuta d’arresto nel 2020: la crisi pandemica è stata una crisi anche occupazionale, e una crisi per il gender gap.

Dovendo gestire spazi comuni e figli in didattica a distanza, la sfida delle madri è stata coniugare i tempi lavorativi con quelli famigliari portando spesso a rinunciare al lavoro per dedicarsi alla cura di casa.

In questo contesto l’Europa ha varato la Strategia per la parità di genere 2020-2025 che propone quattro obiettivi per migliorare la condizione occupazionale femminile:

  1. liberarsi della violenza e degli stereotipi;
  2. realizzarsi in un'economia basata sulla parità di genere;
  3. svolgere in pari misura ruoli dirigenziali nella società;
  4. integrare la dimensione di genere e promuovere una prospettiva intersezionale nelle politiche dell'UE.

La retorica sessista dei lavori sembra essersi incrinata. La nostra società non solo non sembra più concepire una netta divisione tra i lavori “per donne” e quelli “per uomini”, ma non accetta più aprioristicamente la scelta forzata tra “lavoro” e “famiglia”.

Sono infatti sempre più diffuse le professioni che permettono di conciliare efficacemente vita privata e professionale. Una tra queste è quella del consulente assicurativo: una professione che permette a tutti di poter gestire autonomamente il proprio tempo a seconda delle fasi di vita personali. Attraverso il ricorso allo smart working, ad esempio, le madri riescono a conciliare efficacemente il lavoro con la famiglia senza dover rinunciare a uno dei due.

In Alleanza siamo alla ricerca di giovani talenti che abbiano la voglia di intraprendere un percorso formativo e professionale ricco e sfidante. Se sei la persona giusta, dimostracelo! Clicca il bottone qui sotto e invia la tua candidatura!

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Disuguaglianza di genere: Gender Equality Index

Qual è invece lo scenario in merito alla disuguaglianza di genere nel lavoro?

Secondo la ricerca “Women in Charge: analisi delle differenze di genere ai vertici delle imprese”, condotta da Badenock + Clark, il 25% degli uomini ha difficoltà ad accettare di avere un capo donna.

Seppur vero che le donne in posizioni apicali sono oggi 93mila in più rispetto al decennio scorso, la loro incidenza resta molto inferiore rispetto a quella degli uomini. Per questo nel 2013 è stato definito dall’Unione Europea il Gender Equality Index, sviluppato dall'European Institute for Gender Equality (EIGE).

Il Gender Equality Index è un indice che valuta la parità di genere in un Paese con un punteggio da 1 a 100. Per farlo utilizza alcuni indicatori chiave:

  1. lavoro, parità di accesso all’occupazione e le condizioni vigenti;
  2. denaro, la differenza nella retribuzione femminile e maschile e la situazione economica dei due sessi;
  3. conoscenza, il divario nei risultati scolastici e accademici, nonché l’accesso all’istruzione;
  4. tempo, la disparità nella ripartizione del tempo riservato alla gestione di casa e famiglia;
  5. potere, la parità di numero di rappresentanti dei due sessi in posizioni apicali economiche, politiche e sociali;
  6. salute, stato di salute, comportamento sanitario e accesso ai servizi.

Il punteggio medio europeo si assesta a 68. L’Italia è solamente in 14esima posizione con un punteggio di 63.50, ma sta cercando di promuovere la parità di genere attraverso alcune azioni messe in atto concretamente.

Noi di Alleanza Assicurazioni cerchiamo, nel nostro piccolo, di farci portavoce di questo cambiamento culturale. Da anni siamo promotori della parità di genere: siamo infatti orgogliosi di avere quasi il 50% della rete di vendita costituita da donne e siamo sempre alla ricerca di nuove figure di talento da inserire nella nostra famiglia.

Donna e lavoro parità di genere

L’impatto di COVID-19 sul lavoro

Come il COVID-19 ha impattato sul mondo del lavoro per le donne?

I dati Istat di febbraio 2021 sottolineavano un problema: dei 101 mila nuovi disoccupati del mese di dicembre 2020, il 99% erano donne. Vediamo insieme da cosa dipende questa situazione.

Innanzitutto, i settori maggiormente colpiti della diffusione del virus sono stati quelli con una maggiore presenza femminile - come il commercio, la manifattura, la ristorazione e il turismo. In secondo luogo, in questi settori c’era una forte incidenza di contratti a termine e di collaborazione che non sono stati rinnovati a fronte della crisi.

In terzo luogo, torna il tema del work-life balance. Come abbiamo anticipato, con la condivisione degli spazi e il confinamento presso la propria abitazione le donne hanno dovuto gestire contemporaneamente sia il lavoro sia la cura dei figli, spesso a discapito del primo.

Infine, il lato economico. A fronte della scelta “chi dei due deve lasciare il lavoro” si è valutata la retribuzione. Essendo gli uomini a guadagnare mediamente più delle donne, per effetto del gender pay gap, sono state principalmente quest’ultime a lasciare il posto di lavoro.

Se ti interessa saperne di più, clicca il pulsante qui sotto e scarica il Report gratuito "Donne e mondo del lavoro"!

report donne e lavoro

 

Donne e lavoro: dall’istruzione alla carriera

Qual è il rapporto tra lavoro e formazione per le donne in Italia?

Se per trovare più facilmente lavoro è spesso necessario un grado di formazione elevato, questo non sembra vero per le donne: nonostante in media siano le ragazze a studiare più degli uomini, allo stesso tempo sono anche coloro che più difficilmente trovano una posizione lavorativa.

Più anni per formarsi, quindi, ma meno possibilità poi.

Oltretutto, una volta trovato lavoro, sono principalmente le donne ad avere contratti a termine oppure part-time, per meglio gestire la famiglia e i figli. Vediamo ora quali sono le principali difficoltà e soluzioni del mercato del lavoro e della formazione per le donne.

Istruzione femminile: la situazione in Italia

La crisi pandemica non ha impattato solo sul mondo del lavoro, ma anche su quello dell’istruzione femminile. Dalla didattica a distanza, agli esami online fino all’emergere di nuove disparità di genere anche nel campo della formazione.

Secondo il Rapporto annuale Istat 2021 l’Italia è in ritardo rispetto agli altri Stati dell’Unione Europea circa la formazione universitaria. Infatti, a completare il percorso di formazione terziaria è solo una piccola parte degli studenti che hanno concluso le scuole superiori. Dei primi, la maggior parte sono ragazze.

Nasce quindi il paradosso: nonostante le donne siano più istruite, sono meno occupate degli uomini.

Donne e istruzione

Donne e carriera: conciliare lavoro e famiglia

È quindi possibile per una donna madre riuscire a fare carriera? Si, ma con più difficoltà. I dati lo dimostrano: le madri in carriera che convivono sono il 53,5%, rispetto all’83,5% degli uomini.

La difficoltà nasce nel dover gestire contemporaneamente diverse attività: dal lavoro, alla cura dei figli, alla gestione della casa e al supporto degli anziani.

Una soluzione sono i nuovi sistemi di welfare e una proposta di valore ai collaboratori capace di comprendere le disparità dettate dal gender gap e proporre delle soluzioni ottimali. Nuovi modi di lavorare, di gestire il proprio tempo in ottica flessibile conciliando tutte le sfumature di cui si compone la vita di ognuno di noi.

Noi di Alleanza Assicurazioni cerchiamo di promuovere la corretta gestione del work-life balance, dando a tutti la possibilità di amministrare il proprio tempo. La figura del consulente è infatti flessibile: ognuno ha la possibilità di organizzarsi i propri compiti quotidiani e raggiungere tutti gli obiettivi proposti.

Scopri di più su “Donne e carriera: un binomio vincente”.

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Mamme e lavoro da casa: part time o smart working?

Una seconda soluzione per permettere alle madri di conciliare la propria vita privata con quella lavorativa, senza rinunce, sono i contratti part-time per la maternità. Si tratta di contratti che prevedono un ammontare di ore inferiore rispetto a quelli full time e, quindi, non occupano tutta la giornata lavorativa.

L’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economicoin uno studio condotto nel 2019 ha evidenziato che il 31,8% delle donne, in Italia, ha un contratto part-time, in confronto al 7,9% degli uomini.

Inoltre, grazie anche alla crisi pandemica, molte imprese stanno adottando la modalità di lavoro agile – chiamata anche smart working. Con questo termine non si intende il lavoro da casa, bensì l’organizzazione delle attività lavorative in base agli obiettivi da raggiungere e non più a seconda di un tempo predefinito. In questo senso, un lavoratore può scegliere autonomamente quando svolgere la sua attività professionale, nei limiti del buon senso, poiché ciò che conta è portare a termine i compiti richiesti.

Madre e lavoro con figlio

Lavoro al femminile: le professioni più richieste in Italia

Quali sono le professioni in maggiore crescita nel mercato del lavoro? Se è pur vero che la crisi pandemica ha avuto molti risvolti negativi nel mondo del lavoro, non mancano anche quelli positivi.

Infatti, aumentando il ricorso del lavoro da remoto è aumentata anche la digitalizzazione dei processi organizzativi. Da qui, un forte sviluppo delle professioni digitali, dei servizi e dell’assistenza del cliente: tutti ambiti in cui si registra una forte presenza femminile.

Secondo la ricerca Jobs on the Rise 2021 Italia condotta da LinkedIn il settore delle assicurazioni si colloca al quarto posto per l’aumento della crescita in Italia nel 2020. Le offerte di lavoro per i consulenti assicurativi sono aumentate fino all’80%!

Troverai altre interessanti informazioni e approfondimenti nel report “Donne e mondo del lavoro”: scaricalo gratuitamente in pochi passaggi!

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Donne e lavoro: le nuove professioni del futuro

Donne e lavoro: quale futuro ci aspetta? Abbiamo detto che la digitalizzazione è ormai un elemento chiave del futuro del lavoro, ma non è l’unico. Altre due costanti sono l’innovazione e la sostenibilità.

Secondo il The World Nano Foundation i cinque mercati chiave della tecnologia che cresceranno del 400% nei prossimi 5 anni sono:

  1. Intelligenza Artificiale,
  2. nanotecnologie,
  3. mondo Biotech,
  4. Digital Twins,
  5. genomica.

Si tratta di professioni appartenenti al settore STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), in cui l’incidenza femminile è ridotta: secondo il progetto #ValoreD4STEM di Valore D le donne laureate che lavorano in questo settore sono solo il 18,9%. 

Un settore in crescita che fa presagire forti prospettive di carriera e guadagno, da cogliere con un’adeguata formazione per avere le competenze necessarie con cui distinguersi dagli altri candidati.

 

4 TED Talk ispirazionali a tema donne e lavoro

Avere successo si può. Come? Nell’articolo “Donne e lavoro: 4 TED Talk ispirazionali” abbiamo raccolto quattro speech aspirazionali di donne lavoratrici.

  1. Tracy Young. Racconta perché è sbagliato per una donna cercare di rimediare alla sensazione di non sentirsi all’altezza assumendo atteggiamenti e modi di fare maschili.
  1. Pat Mitchell. Invita le donne ad avere coraggio nell’attuale periodo storico e ad aiutare chi è in difficoltà.
  2. Silvia Zanella. Spiega perché “il mondo del lavoro è femmina”: le nuove skill richieste necessitano sempre di più di un punto di vista femminile.
  3. Irene Mora. Recupera il dilemma “lavoro o famiglia”, dal punto di vista di una figlia la cui madre è stata CEO aziendale, ma senza mai farle mancare nulla.

Donna e lavoro conferenza

Donne, smart working e digitale: il futuro del lavoro post pandemia

Con l’avvento della crisi pandemica, il ricorso allo smart working è diventata una pratica sempre più comune. Una modalità di lavoro già esistente da anni, ma prima percorsa da pochi lavoratori.

Quali sono i benefici dello smart working? Senza dubbio, per l’attuale contesto, la possibilità di non interrompere le attività aziendali. Per i dipendenti significa avere una maggiore flessibilità lavorativa che si declina in un migliore equilibrio tra vita privata e professionale, anche grazie all’annullamento di tutti i tempi dedicati al pendolarismo. Per le madri, inoltre, è stato fondamentale per riuscire a gestire tutti gli impegni quotidiani: dai figli, alla gestione della casa, alla cura dei nonni anziani.

Non mancano però alcune criticità come l’overwork, ovvero lo sbilanciamento verso le attività professionali diminuendo le pause, e il tecnostress, derivato dal dover acquisire velocemente nuove digital skills per poter usare le nuove tecnologie in modo efficace.

Ma quanto durerà ancora lo smart working? Ne abbiamo parlato in un articolo dedicato “Donne e smart working: come cambia il lavoro dopo la pandemia”.

 

Home working e smart working: facciamo chiarezza

Smart working significa lavorare da casa? Non proprio, quindi meglio fare chiarezza su cosa sia l'home working e lo smart working.

Home working significa letteralmente “lavorare da casa”: il lavoratore può svolgere le proprie attività professionali restando nella sua abitazione grazie alle tecnologie digitali fornite dal datore di lavoro. Il lavoro da casa mantiene quindi le stesse caratteristiche del lavoro in ufficio, come l’orario lavorativo, e implica la necessità di dover indicare in quale luogo verrà svolta l’attività professionale – qualora non fosse quella concordata.

Lo smart working invece è, secondo l’Istituto Treccani, “un nuovo modello di lavoro che usa le nuove tecnologie e lo sviluppo di quelle esistenti per migliorare sia le prestazioni che la soddisfazione che si ottiene dal lavoro”. Comprende quindi l’home working, ma lo supera in quanto l’attività professionale può essere svolta ovunque il lavoratore voglia e senza limiti orari. Infatti, il lavoro è scandito da fasi e obiettivi: non conta più “quanto” si lavora ma “come”.

Cosa implica per le donne? Da un lato la migliore gestione della casa e della famiglia, dall’altro il rischio di avere uno sbilanciamento verso queste attività dovuto a una distribuzione scorretta del carico di lavoro all’interno del nucleo famigliare. Proprio per questo un’indagine condotta dall’Inps fa emergere come la popolazione femminile apprezzi meno la modalità dello smart working rispetto agli uomini.

Donna e lavoro smart working

Upskilling e Reskilling: l’importanza di implementare le proprie competenze digitali

In ogni caso, lavoro da remoto e smart working implicano il dover sviluppare nuove competenze digitali per riuscire a usare efficacemente le tecnologie, oppure aggiornare le skill già possedute.

Molte aziende hanno quindi messo in atto strategie di upskilling e reskilling dei dipendenti, ma cosa sono di preciso?

  • L’upskilling è lo sviluppo di nuove competenze che rendono il lavoratore più prezioso nel suo contesto di lavoro. Per esempio un consulente assicurativo può acquisire le skill utili per diventare anche consulente finanziario
  • Il reskilling è lo sviluppo di competenze diverse per ricoprire un nuovo ruolo. Noi di Alleanza Assicurazioni, per esempio, abbiamo aggiornato i nostri consulenti assicurativi sulle nuove modalità di contatto e sostegno delle famiglie.

Investire nel digital upskilling e nel reskilling significa anche compiere un altro grande passo verso la riduzione del gender gap, diminuendo l'emarginazione digitale delle ragazze e delle donne.

Leggi quali sono gli obiettivi che il W20 si pone di raggiungere nel campo del Digital empowerment in questo articoloUpskilling e Reskilling, anche in campo digitale: di cosa si tratta?”.

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Digital Upskilling e parità di genere

Perché implementare le proprie competenze digitali?

Digital upskills non significa solo imparare nuove competenze hard, come l’uso di un nuovo software di collaborazione, ma anche stimolare la propria autonomia. Il mondo in generale, e quello del lavoro in particolare, stanno cambiando velocemente: essere sempre aggiornati diventa quindi un imperativo.

Nel report “Uguaglianza di genere e digitalizzazione nell’Unione europea”, l’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere (EIGE) mette in luce come la digitalizzazione possa potenzialmente ridurre il gender gap. La popolazione femminile però sembra meno attratta dalle professioni digitali, rendendo questo obiettivo difficile da raggiungere.

Il motivo di questo disinteresse? La poca fiducia in se stesse. Per rendere davvero reale la parità di genere è allora fondamentale riuscire ad assicurare un’efficace riqualificazione delle capacità digitali femminili, rendendo il livello di confidenza tecnologica delle donne pari a quello degli uomini.

Le donne di Alleanza Assicurazioni

Diversità e inclusione rappresentano un modo di essere all’interno delle organizzazioni, una cultura che punta a valorizzare le persone.

Qual è l’obiettivo? Creare un ambiente di lavoro in cui ognuno si sente libero di esprimere le proprie abilità e inclinazioni, senza timori. Un ambiente di lavoro che abbraccia la diversità e cui il singolo viene valorizzato nella sua unicità.

Noi di Alleanza cerchiamo di promuovere questa cultura e i nostri dati parlano chiaro: il 50% dei nostri consulenti è composto da donne, il 40% delle quali ha meno di 40 anni. Una realtà dinamica e variegata, che desidera valorizzare la componente femminile.

Vuoi saperne di più? Abbiamo intervistato alcune donne di Alleanza per farci raccontare direttamente da loro com’è lo stile Alleanza e cosa significa essere parte di questo gruppo.

Il mondo del lavoro ti aspetta: entra in Alleanza! Clicca sul bottone qui sotto e completa i passaggi per inviarci il tuo CV.

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Valorizzazione dell’unicità: conosciamo Elena Silvani

Elena SilvaniHead of Sales Governance di Alleanza Assicurazioni, si è diplomata al MIB Trieste School of Management.

Ci ha raccontato di come Alleanza sia riuscita a gestire il cambiamento indotto dalla crisi pandemica. La digitalizzazione in Alleanza è iniziata molto prima della diffusione del virus: questa lungimiranza ha permesso di adattarsi velocemente al nuovo contesto in mutamento, mantenendo una forte relazione con i clienti, anche a distanza.

La crisi pandemica, inoltre, non ha impattato negativamente sull’occupazione di Alleanza: l’impresa è riuscita a garantire stabilità, a inserire giovani talenti e ad erogare servizi di formazione per le nuove risorse.

In merito alla parità di genere, Elena afferma “non ho mai sentito il bisogno di commentare il tema dell’Inclusion in Alleanza perché non ho mai percepito alcun tipo di discriminazione e non ho mai ricevuto un trattamento differente. In azienda sono sempre stata trattata come una persona, a prescindere dal mio genere”. 

Leggi l’intervista integrale a questo link “Cambiamento e valorizzazione dell’unicità: parliamo con Elena Silvani”.

Diversity e Inclusion in Alleanza: la parola a Sara Gallotti

Sara Gallotti, Head of People Network in Alleanza ci ha raccontato di come la Diversity & Inclusion aziendale riesca a valorizzare le singole persone.

Inclusione in Alleanza significa creare una cultura aziendale che sappia promuovere l’empowerement femminile, l’avanzamento di carriera delle donne e percorsi di mentorship dedicati.

Com’è stato possibile creare una cultura aziendale votata alla parità di genere? La partnership con Valore D, un’associazione con l’obiettivo di sviluppare la cultura della diversità nelle imprese, è stata fondamentale. Insieme a Valore D sono stati promossi percorsi e corsi di formazione per tutta la popolazione aziendale in merito alla comunicazione e ai comportamenti inclusivi. Ma non solo: le donne di Alleanza possono seguire dei percorsi personalizzati per riuscire a rafforzare le proprie skills e avanzare di carriera.

Vuoi leggere l’intervista completa? La trovi in questo articolo: “Alleanza e Valore D: Empowerment femminile, Diversity e Inclusion”.

Donne e gestione del budget famigliare

La crisi pandemica ha messo a dura prova anche la capacità finanziaria delle donne e la gestione del budget familiare: secondo i dati emersi dal Comitato per la Programmazione e il Coordinamento delle Attività di Educazione Assicurativa e Finanziaria Doxa il 40% delle italiane oggi non riesce a far fronte a una spesa imprevista di 2000 euro.

Quali sono le soluzioni a questa situazione? Sicuramente, come abbiamo approfondito, è innanzitutto necessario un cambiamento culturale verso una sempre maggiore parità di genere, annullando anche il gender pay gap.

Inoltre, diffondere un’educazione finanziaria e assicurativa è un altro contributo importante per rafforzare la consapevolezza e l’indipendenza femminile. Considerando il contesto europeo, l’Italia si assesta tra le ultime posizioni per quanto concerne l’educazione finanziaria e assicurativa. È quindi necessario stimolare la formazione: solo così è possibile prendere decisioni consapevoli e indipendenti in merito alla gestione delle proprie risorse.

Il 6 maggio 2021, in occasione della Festa della Mamma, Alleanza ha organizzato la seconda edizione dell’evento nazionale “Mamma è verbo al futuro” dedicato proprio all’Educazione Finanziaria e Assicurativa. Tra i vari ospiti hanno partecipato: Claudia Ghinfanti, Responsabile Marketing di Alleanza Assicurazioni, Alessandra Maci, Responsabile Welfare Sociale di Global Thinking Foundation e Teresa Mannino, comica e conduttrice televisiva, che hanno analizzato il ruolo della mamma nel contesto di crisi pandemica.Donne e lavoro budget famigliare

L’importanza dell’educazione finanziaria: parliamo con Claudia Segre

Alleanza, ad ottobre 2021, ha organizzato anche il ciclo di Masterclass  “Investment day – La pianificazione è donna” per stimolare l’Educazione Finanziaria e Assicurativa, in collaborazione con Global Thinking Foundation, un progetto internazionale dedicato a questo tema che fa leva sulla prevenzione alla violenza e all’abuso economico.

Per l’occasione abbiamo intervistato Claudia Segre, Presidentessa della Fondazione. Ci ha spiegato come in Italia ci sia un divario di genere in merito alle competenze finanziarie derivato dalla scarsa partecipazione femminile nel mercato del lavoro.

La Masterclass ha avuto quindi l’obiettivo di stimolare l’empowerement e l’autonomia femminile anche in una serie di attività quotidiane, come i bonifici tramite home banking. Ha offerto anche alcuni consigli utili per la gestione delle proprie spese.

Approfondisci questo tema nell’articolo Donne e Educazione Finanziaria: la Masterclass Alleanza con GLT.

 

La società sta cambiando e con essa il mondo del lavoro. Essere consapevole di questi mutamenti è il primo passo sia per riuscire a trovare una soluzione ai problemi sia per cogliere tutte le opportunità che si presentano.

La parità di genere è un percorso ancora in divenire, ma c’è chi, come Alleanza, sta cercando di dare il proprio contributo per una maggiore inclusione sociale.

Vuoi metterti in gioco? Noi di Alleanza cerchiamo nuovi talenti da inserire nella nostra rete: invia la tua candidatura!

 

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